28 dic 2008

Napoli, pronti cinque nuovi assessori domani incontro tra Iervolino e Nicolais

Politica, Rosa Russo Iervolino, VELTRONI

NAPOLI (28 dicembre) - In dirittura d’arrivo il rimpasto della giunta comunale di Napoli. Saranno cinque i nuovi assessori, niente azzeramento. La Iervolino va ora a Roma per incassare l’ok di Veltroni e sta lavorando per la composizione delle deleghe.
I partiti della sinistra confermano l’appoggio.
Chi entra? Sicuro Francesco Boccia, parlamentare del Pd, coordinatore della cabina di regia per la Campania nel governo Prodi. Poi in pole position i nomi di Adriano Gianolla, economista, responsabile Economia del Pd e presidente della Fondazione BancoNapoli, Raffele Porta, ex assessore, docente di agraria e segretario regionale di Sinistra democratica, Enzo Mormile, docente di diritto privato, e Vito Lupo, vicepresidente del Consiglio comunale.

Confermati Tino Santangelo, Agostino Nuzzolo, Mario Raffa, Gino Rispoli e Luigi Scotti.

«La tela di Penelope è a buon punto ma non dico quattro se non l’ho nel sacco». Il sindaco di Napoli è a Roma, dove ha trascorso alcuni giorni in famiglia, e non si sbilancia sui tempi necessari per ultimare la composizione della nuova giunta comunale. Il sindaco ha detto di non aver incontrato o sentito durante la sua permanenza a Roma il segretario del Pd Walter Veltroni: «Mi sono concessa un po’ di relax e l’unico impegno che ho avuto è stato andare oggi nel mio negozio di abbigliamento preferito dove ci sono sconti del 50%. Adesso sto leggendo il libro del cardinal Martini “Conversazioni notturne a Gerusalemme”. È stato un regalo di Natale, è molto piacevole, lo consiglio. Della giunta mi occuperò nuovamente domani».

Il sindaco ha confermato che sarà domani mattina a Napoli e che incontrerà il segretario provinciale del Pd Luigi Nicolais. Con lui farà il punto della situazione. Scelte di assoluto spessore improntate all’indipendenza: questo le ha chiesto il partito. Quanto ai nomi la Iervolino mantiene il riserbo rotto soltanto per confermare la presenza nella sua nuova squadra dell’economista Francesco Boccia: «Lui c’è. Quanto agli altri - precisa - vedo che i giornali lavorano di fantasia e fanno nomi di persone che non ho mai sentito nominare. Ma sono abituata, succede ogni volta che nasce un nuovo governo».


Napoli, pronti cinque nuovi assessori domani incontro tra Iervolino e Nicolais

27 dic 2008

La nuova verginella della politica italiana.

Forza ItaliaImage via Wikipedia

"Il mio partito non e' mai ricorso a finanziamenti illeciti". Lo ha assicurato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, conversando con i giornalisti a Palazzo Grazioli. Forza Italia, ha spiegato, "ha saputo misurare le spese sulle sue possibilita', in relazione alle entrate assicurate dal finanziamento pubblico". Berlusconi ha difeso il finanziamento pubblico dei partiti: "O i soldi arrivano dal finanziamento pubblico o i partiti possono ricorrere ad altri fondi non cosi' trasparenti". Questo pero' non e' il caso di Forza Italia: "Tutti sanno che casomai i soldi ce li mettevo io", ha detto. Per questo "ho l'assoluta certezza che per il mio partito non ci sia il clima del '92-93".


La nuova verginella della politica italiana.
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22 dic 2008

NAPOLI: POLIZIA SGOMINA BANDA RAPINATORI DI AUTOMOBILISTI

(ASCA) - Napoli, 20 dic - La Polizia Stradale di Napoli ha sgominato una banda di rapinatori, nella zona di Secondigliano Scampia, dedita a furti e rapine ai danni di automobilisti. La banda di malviventi simulava con il lancio di sassi un incidente stradale, costringendo le ignare vittime a fermarsi e verificare il danno, poi aggredendo i malcapitati, i rapitanori gli sottraevano l'autovettura. In alcuni casi i veicoli, dopo il furto, venivano restituiti ai proprietari dopo aver intascato un vero e proprio riscatto.

Gli agenti della Polizia stradale di Napoli sono riusciti ad intercettare con sistemi satellitari i veicoli utilizzati dal gruppo criminale e, quindi, hanno proceduto ad appostamenti e pedinamenti prima di procedere ai fermi. Per le indagini gli agenti si sono avvalsi anche di intercettazioni ambientali che hanno consentito di eseguire tre arresti di cui uno in flagranza di reato.

- Agenzia di stampa Asca

20 dic 2008

Napoli, inchiesta sulle auto blu il pm: processo per i sei assessori

Comune di NapoliImage via Wikipedia NAPOLI (20 dicembre) - Sei avvisi di chiusra indagine sono stati notificati in queste ore dal pm Walter Brunetti ad altrettanti assessori (due ancora in carica) del Comune di Napoli. L'indagine è quella per l'uso improprio della auto blu, iniziata nel novembre del 2007. Gli avvisi sono stati notificati agli assessori alla Nettezza Urbana, Gennaro Mola (Pd) e a Giulio Riccio (Rifondazione comunista). I quattro ex assessori sono Giuseppe Gambale (Pd), già ai domiciliari per la vicenda Romeo, Donata Rizzo D'Abundo e Bruno Terracciano (Udeur) e Dolores Madaro (Pdci).

L'inchiesta. Auto di servizio utilizzate da alcuni assessori per fare shopping, accompagnare amici e parenti, addirittura viaggi di piacere a Rimini e a Capo Vaticano, una tre giorni a Telese per la festa dell'Udeur, una visita al Polo della Qualità dio Marcianise. Ad indagare i finanzieri del nucleo di polizia giudiziaria che più di un anno fa hanno acquisito documentazione a Palazzo San Giacomo, in particolare nell' assessorato guidato da Mola, e nell' autoparco di via Medina dove sono parcheggiate le «Alfa 159». Indagine in cui si profilano due capi d' accusa: abuso e peculato.

Ma a Gambale, ex responsabile della Margherita per la legalità, vengono contestate anche le minacce che avrebbe rivolto a un operatore del 118: oltre ad essersi fatto accompagnare a casa dove la madre aveva avuto un incidente domestico avrebbe usato toni pesanti contro gli infermieri che la stavano trasportando al Loreto Mare e non al Cto come lui avrebbe voluto.
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16 dic 2008

Nola ed i suoi meetup, il 628 (contro il voto di scambio) e l’848 (gli ammutinati di Stica)

event_4728267Il 628 è il meetup che è riuscito a mettere insieme, faticosamente un gruppo di lavoro, ha realizzato le uniche cose che sono state fatte dai gruppi di Grillo nel Nolano (il resto è aria fritta). Poi un bel giorno a Di Pietro servivano dei "grillini" nel Nolano, gli si presenta Franco B. (che non era un grillino) e che ha cercato legittimazione avvicinandosi al gruppo  628.


Alcuni iscritti del meetup hanno lavorato al progetto, una delle quali sintetizza in poche parole quali erano le loro metodologie di persuasione:



[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=TD__I2N_H8M&hl=it&fs=1]



Così dal disappunto del 628 nasce a Nola l'848, chiamato anche per gli amici "dal produttore al consumatore".

Così i vari politici che si avvicenderanno non dovranno avere alcun fastidio per le metodologie applicate nel "carpire il consenso" dell'elettorato.

Tutti i politici, anche quelli che nell'ombra, potranno contare sui nuovi "capetti" del 848 e sulla loro "omertà".

Questa gente è stata messa alla prova.

Davanti ai fatti hanno fallito, e  non dovrebbero più darla a bere a nessuno, ma si sa, siamo in Italia, il posto dove tutto è possibile, figuriamoci un po di voto di scambio. Cosa vuoi che sia?

nb. i giudizi sulle persone non sono di carattere personale, bensì politico.


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14 dic 2008

Ricercatori a New York

I found this fascinating quote today:



Chi non ha santi in paradiso, per fare ricerca spesso è costretto ad andarsene all’estero. Nepotismo, mafie, baronati stanno impoverendo sempre più la società italiana, in primo luogo di risorse intellettuali. Gli amici di Qui New York Libera hanno raccolto la testimonianza di alcuni ricercatori italiani negli Stati Uniti.Ricercatori a New York, Dec 2008



You should read the whole article.

1 dic 2008

Il pentito: "Progettammo la faida in una cella di tribunale" | Napoli la Repubblica.it

Il pentito: "Progettammo la faida in una cella di tribunale"
In aula anche la madre di Gelsomina Verde, l'innocente uccisa e bruciata nella sua autodi Conchita Sannino"Il progetto di fare la scissione tra noi anziani del clan Di Lauro e la famiglia del boss Paolo Di Lauro nacque nel Tribunale di Napoli. Sì, avete capito bene: ne parlavamo negli intervalli del vecchio processo che si teneva nei primi anni del Duemila contro Di Lauro". "Io, i fratelli Abbinante e Rosario Pariante "scendavamo" a Napoli dai vari penitenziari d’Italia. Ci incontravamo nella cella di sicurezza dell’aula numero 115. Lì parlammo dell’idea di metterci in proprio. Lì si trattava di cose delicate. E lì, diciamo così... nasceva tutto. Ma all’inizio si pensava a una scissione senza sangue. Solo dopo vennero i veleni, gli omicidi a tradimento, le cose assurde come l’omicidio di un’innocente, Gelsomina Verde". Parla il pentito di Secondigliano Maurizio Prestieri. Due ore di racconto, ieri, al processo in Corte d’Assise (presidente Giustino Gatti, giudice a latere Isabella Iaselli) contro l’imputato Cosimo Di Lauro, il rampollo del padrino Paolo soprannominato Ciruzzo ‘o Milionario, il primogenito finito sul banco degli imputati con l’a ccusa di essere il mandante dell’efferato delitto di una ragazza innocente, Gelsomina Verde, che gli amici chiamavano Mina.Uno dei delitti raccontati nel best seller Gomorra.Lei, 22 anni, incensurata, fu sequestrata con l’inganno dagli aguzzini inviati da Cosimo. Era la sera del 21 novembre 2004. Mina fu attirata in una trappola dal suo amico Pietro Esposito (oggi pentito, e già condannato in altro processo), fu interrogata dal killer Ugo De Lucia, perché i sicari mandati da Cosimo il reggente pensavano che lei, che frequentava Gennaro Notturno, sapesse dove si nascondeva il fratello di lui, Enzo Notturno, rivale di camorra, uno degli scissionisti nemici dei Di Lauro, e ormai in fuga. Ma la ferocia prese la mano ai boia: la ragazza fu uccisa con sei colpi, uno dei quali le trapassò il cranio. Il suo corpo, i suoi bei capelli rossi, furono dati alle fiamme. Fu carbonizzata nella sua stessa auto. La sua tomba diventò quella Fiat Seicento, quasi nuova, che la madre precaria e suo padre ex operaio di scarpe avevano acquistato facendo molti sacrifici.
Un’udienza che resterà agli atti dell’anticamorra: non a caso, accanto al pm Stefania Castaldi che conduce da anni le inchieste su quel versante, ieri compare anche il capo della Dda Franco Roberti, a sottolineare la densità di uno snodo che giungerà a sentenza il 12 dicembre. E che potrebbe portare, dopo decenni di impunità, alla prima condanna di un Di Lauro per omicidio. Quattro anni e sette giorni dopo quell’esecuzione, la storia inaccettabile di Mina viene ripercorsa dinanzi agli occhi di sua madre, nell’aula 111 della cittadella giudiziaria di Napoli. È una figura sottile, vestita di nero, un corpo prosciugato dalla tragedia. Per tutta la durata della lunga udienza (termina alle 16) Anna resta ad ascoltare, la testa stretta nelle spalle, gli occhi chiusi tra tante piccole rughe. Quando parlano di Mina, piange: ma di un pianto muto.Singhiozzi che si intuiscono solo dal tremore che le scuote le spalle e le gambe, per lunghi minuti, ogni ora a intervalli irregolari. Quella madre, Anna Lucarella, a un certo punto si stacca dal primo banchetto, esce fuori, prende aria. Poi rientra: e torna a fissare con gli occhi stanchi e gonfi il monitor che inquadra - in un carcere di massima sicurezza a 700 chilometri di distanza - Cosimo Di Lauro. "Quando uccisero quella ragazza, ero in carcere — racconta Prestieri — Ma poco dopo, quando incontrai durante le udienze sia Vincenzo Di Lauro che suo zio, Enrico D’Avanzo, quelli dissero un’u nica cosa: Cosimo era uscito pazzo e lo riempirono di parolacce. Ma proprio tanti insulti, che qui non posso ripetere. Dissero che era assurdo avere ucciso così un’innocente, che questa cosa aveva attirato i riflettori, che così ci danneggiava. Un altro mio nipote mi riferì: "Dovevi vederlo a Cosimo, sta come un mostro"". Parole davanti alle quali barcolla, questa volta, la madre di Mina. E Prestieri continua, ripercorrendo quanto aveva dichiarato a verbale dinani al pm Castaldi.
"Sull’omicidio della Verde ho ricevuto notizie dirette da Vincenzo Di Lauro, come ho detto. Lo vidi, sempre al processo, qualche giorno dopo l´omicidio. In quell’occasione Vincenzo aveva già svolto colloqui con i familiari ed era assai adirato con il fratello Cosimo - ricorda Prestieri - Difatti egli mi ripeteva di non comprendere le ragioni dell´omicidio e le modalità di quell’a zione, in quanto alla giovane ragazza si erano chieste notizie di un suo amico, ossia uno dei fratelli Notturno.Quindi se l´intento era quello di chiedere una informazione non si spiegava come si fosse giunti ad ucciderla prima ed a bruciarne il corpo poi. Riteneva che il fratello stesse completamente prendendo la testa. Anche lo zio Enrico D´Avanzo, se pure con commenti più cauti, confermava che il nipote Cosimo, che tutti chiamavano Cosimino, aveva fatto un grande sbaglio in quanto in una faida così cruenta non vi era bisogno di aggiungervi una vittima non solo estranea all´ambito camorristico ma giovane donna e per giunta bruciala. Commentammo che cosimo forse voleva imitare il padre quando ai tempi della faida di mugnano diede ordine di uccidre la madre di Antonio Ruocco. In quella occasione infatti egli ebbe critiche dal resto della camorra sia di Secondigliano che della città tutta". Pretsieri si ferma, abbozza un sorriso cinico: "A quel tempo il boss Di lauro rispose che lui sapeva fare solo ""a guerra sporca". E io pensai, dopo l’omicidio della povera Gelsomina, che pure il figlio voleva imitare suo padre, fare pure lui una guerra sporca senza prigionieri, dimostrando di sapere uccidere pure donne e bambini. Ma veramente, - sibila in aula Prestieri - a parte la ferocia, un conto era il padre boss, un altro conto era Cosimino il figlio. E Cosimino stava veramente oltrepassando ogni misura>. Prestieri parla a lungo. Dopo di lui, confermeranno e aggiungeranno altri dettagli altri tre collaboratori di giustizia. Dal piccolo schermo arriva il profilo tozzo e impassibile del presunto mandante. Cosimino ascolta muto, impassibile di fronte al resoconto del pentito Maurizio Prestieri. Muta sta anche quella madre in attesa di giustizia. Nello stesso Tribunale nel quale, a quanto racconta la gola profonda della camorra, sbocciò il progetto sanguinario della faida.
(29 novembre 2008)
Napoli la Repubblica.it

Napoli, reagisce a rapina ucciso un commerciante

NAPOLI - Una rapina nel napoletano è finita con l'uccisione del negoziante rapinato. Il fatto è accaduto in via Filichito a Casalnuovo. Raffaele Manna, 62 anni, ha visto entrare quattro malviventi nel suo negozio di fitosanitari e articoli per animali che lo hanno minacciato con una pistola e costretto a consegnare l'incasso. Quando i rapinatori sono usciti con il bottino, Manna, con una reazione tardiva, ne ha afferrato uno per bastonarlo, ma un'altro, armato di pistola, ha sparato contro di lui. Il negoziante è rimasto gravemente ferito ed è morto dopo il trasporto all'ospedale di Pollena Trocchia.
(1 dicembre 2008)
Repubblica.it

14 nov 2008

Sgominata la gang delle estorsioni

Sgominata la gang delle estorsioni
Gli affiliati cercavano anche di far ritrattare alcuni testimoni d´accusa nei processi dove erano imputati. Casalesi, nuovo blitz: nove ordinanze per il gruppo Bidognetti. Le intimidazioni toccavano tutti dal costruttore al venditore di bibite
di Conchita Sannino

Franco RobertiAversa. Il commerciante di bibite e l´imprenditore edile. Il macellaio e l´azienda di autotrasporti, e poi il pasticciere, il pizzaiolo, il distributore di benzina, persino il servizio Illuminazione del Comune. Tutti sotto la martellante pressione estorsiva del clan dei casalesi. Tutti sottoposti alla penetrante violenza della cosca. Un giro d´affari da 50 mila euro l´anno. Chi ne incrinava il flusso, finiva nel mirino del boss. Tanto che il figlio del padrino Bidognetti, Raffaele, 34 anni, detto ?o Puffo, ordina dal carcere di premere su un testimone di accusa che ha denunciato i signori del racket. «Ditegli di parlare il più poco possibile». La minaccia viene attuata, tuttavia l´imprenditore - in aula - attenua, ma non cambia versione. E il rampollo finisce condannato a 12 anni di carcere.Ci sono voluti due anni e numerose (tardive) collaborazioni delle vittime. Ma ieri cade nella rete un´altra micidiale batteria di fuoco dei taglieggiatori ritenuti legati al superlatitante Giuseppe Setola. Lo stesso che ora sarebbe in possesso di 50 chili di tritolo: non è escluso che l´esplosivo lo abbia procurato Cosa Nostra, una pista su cui ci sono accertamenti in corso.Ieri, l´ordinanza di custodia emessa dal gip Enzo Caputo, su indagini dei pm Giovanni Conzo e Catello Maresca, incastra nove tra capozona, cassiere e picchiatori della fazione bidognettiana. Le accuse: associazione mafiosa, estorsione, violenza. I carabinieri della stazione di Parete e quelli del comando di Aversa, guidati dal colonnello Francesco Marra, hanno seguito l´evolversi di una trentina di casi di estorsione. Istruttoria difficile, solo a tratti ripagata dal racconto dei taglieggiati. Pagavano tutti. Stesso scenario più volte ricostruito nelle informative inviate al pool antimafia dal colonnello di Caserta, Carmelo Burgio.
Le intimidazioni toccavano singoli e istituzioni, persone modeste e costruttori, anche la società che si occupava della manutenzione dell´illuminazione al Comune di Parete. Ma l´impresa non avrebbe pagato. Eccezioni. Chinare la testa nel "feudo" così vicino al superlatitante Setola, resta la regola. I pm dell´antimafia hanno ricostruito anche un tariffario: mille euro di tangente per tirare su una semplice mansarda; 5 mila euro per una villetta; 2500 euro la paga del macellaio; 4500 euro, quella del negoziante di bibite. Soldi estorti anche con lo stratagemma del cambio di assegni. La cosca ordinava alle vittime di sborsare i contanti in cambio di alcuni titoli, poi rivelatisi ovviamente scoperti. Tra gli arrestati, Luigi Chianese, ?o santo, considerato il capo della "cellula" criminale; Raffaele Chianese, ritenuto il contabile del gruppo, nonché titolare di un´impresa edile che fagocitava le commesse in zona; e poi Giovanni Mola, luogotenente e autista del capo, uomo ritenuto a tal punto fidato da consentirgli - stando alle dichiarazioni di alcuni pentiti - la consegna del denaro delle estorsioni direttamente nei nascondigli di Setola, il capostragista inaccessibile per molti "soldati".
(11 novembre 2008)
Sgominata la gang delle estorsioni Napoli la Repubblica.it

13 nov 2008

Piero: Informazione italiana? No grazie

Informazione italiana? No grazie
Vi ricordate la famigerata trasferta Roma - Napoli? Dove orde di terroristi della camorra napoletana devastarono e saccheggiarono come le orde di gengis khan? A quanto pare non esistevano.Leggendo in rete ho trovato questa intervista a Krennhuber (caporedattore del "Ballesterer FM Radio") che era sul treno e alla partita con i tifosi napoletani e dice di non aver visto nulla delle cose affermate sui nostri media e che racconta il suo viaggio sul treno, la sua partita e la vicenda dal punto di vista di chi c'era.Interessante la parte finale:Krennhuber:In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia.C'è una discrepanza enorme tra quello che abbiamo vissuto quel giorno e cosa hanno riportato i media il giorno seguente.Per tutta la giornata non abbiamo incontrato un collega giornalista.I media non hanno fatto alcuna ricerca sul posto, si fanno dare i servizi già pronti dall'ufficio stampa delle autorità.E in quei servizi la versione dei tifosi non viene presa in considerazione o solo minimamente.Raiuno è l’unica emittente che ha fatto parlare anche tifosi e gente comune, e non solo politici e vari esponenti delle autorità su fatti.E quella gente comune e i tifosi raccontano analoghe storie come la nostra vissuta lo scorso weekend."

12 nov 2008

Campania/ Investì e uccise ispettore polizia: arrestata 35enne |

Roma, 12 nov. (Apcom) - E' una donna 35enne l'autrice dell'investimento mortale di lunedì scorso dell'ispettore capo della polizia Rosario Tornese, viceresponsabile della Sottosezione di Fuorigrotta della polizia stradale partenopea: M.C., nata nel 1973, residente a Pianura, vicino Napoli, è stata arrestata con l'accusa di omicidio colposo, fuga e omissione di soccorso.
Le indagini sono partite dopo il ritrovamento, nell'autovettura dell'ispettore, di alcuni frammenti in plastica del veicolo investitore: quindi presso l'abitazione della donna è stato ritrovato il furgone Nissan Trade, abilmente occultato e sul quale erano molto evidenti le tracce dell'incidente.
La donna, condotta agli uffici della stradale, nel corso dell'interrogatorio alla presenza del proprio difensore ha ammesso ogni responsabilità sulla vicenda.
L'arrestata è stata quindi portata nel carcere femminile di Pozzuoli.
ALICE Notizie

8 nov 2008

abbandono oggetti ingombranti, primo arresto a Napoli

"Rifiuti: abbandono oggetti ingombranti, primo arresto a Napoli
Prima applicazione del decreto, l'uomo lasciava mobili in strada
(ANSA) - NAPOLI, 8 NOV - Primo arresto per abbandono di rifiuti a Napoli a Pianura. I Cc hanno sorpreso Vitale Varchetta mentre abbandonava rifiuti ingombranti. L'uomo, gia' noto alle forze dell'ordine, si stava liberando di mobili da cucina, bombole di gas, materiale ferroso arrugginito e materiale di risulta di lavori edili, sversandoli in una area non autorizzata per tale scarico. Varchetta, arrestato in base all'art.6 del decreto legge 172/2008, e' ora in attesa di essere giudicato con rito direttissimo."
ANSA.it:

1 nov 2008

La Lotta dei lavoratori di Sviluppo Italia Campana

I lavoratori di Sviluppo Italia Campania da ieri sera sono in assemblea permanente nella sede dell´azienda di Napoli a piazza Municipio. Il licenziamento di ulteriori trenta lavoratori somministrati dalla società ha determinato il precipitare degli eventi, in considerazione del danno che si genererà ai finanziamenti sul territorio. Quello che sta avvenendo contraddice quanto concordato nell´incontro con la Regione Campania il 29 ottobre scorso dove i Sindacati posero il problema della tutela occupazionale dei circa 120 lavoratori di Sviluppo Italia Campania, I 120 occupati di Sviluppo Italia sono essenziali per la loro professionalità e rappresentano un supporto economico e finanziario delle piccole imprese regionali. A questo punto è necessario l´immediata attivazione di un tavolo nazionale presso il Ministero dello Sviluppo economico-peraltro già richiesto-, con la partecipazione della Regione Campania, per andare oltre le semplici dichiarazioni di disponibilità e pervenire ad un accordo che realizzi concretamente l´avvio del processo di regionalizzazione di Sviluppo Italia Campania in una con la tutela dei livelli occupazionali.
La Lotta dei lavoratori di Sviluppo Italia Campana

31 ott 2008

LA PIÙ GRANDE CATASTROFE AMBIENTALE A PARTECIPAZIONE PUBBLICA

Altroché Inceneritori !

Fuochi che non ci bruciano, ma ci avvelenano. Ogni giorno, centinaia di "piccoli" fuochi ardono in tutta la provincia tra Napoli e Caserta. In modo particolare, nei territori dei Comuni di Giugliano, Qualiano e Villaricca. Tristemente denominati la terra dei fuochi, anche nel best seller "Gomorra".

In questo libro, lo scrittore e giornalista Roberto Saviano ci racconta la realtà! Anzi, possiamo dire con certezza che forse è stato fin troppo "buono".

Dalle riprese effettuate e dalle prove raccolte, considerata la situazione attuale, il fenomeno è ben più grave di quanto noi stessi potevamo immaginare. Col nostro impegno, abbiamo "semplicemente" fornito e reso pubbliche le prove di tutto ciò.

In questi incendi, detti oramai roghi, si brucia di tutto. A essere dati alle fiamme sono Rifiuti Speciali.* Materiali che non andrebbero bruciati e neanche gettati in strada. Tanto meno nelle campagne, in prossimità di allevamenti, frutteti e coltivazioni di ogni genere.

Questa società sembra che non abbia più nulla di civile. Ciò nonostante, voglio essere fiducioso e ottimista. Ecco perché, insieme ad alcuni amici, abbiamo dato vita a questo spazio di denuncia e informazione.

Crediamo che le centinaia di migliaia di persone che popolano i nostri territori non siano realmente consapevoli. Infatti, anche se talvolta qualcuno vede, forse, non ha idea di quanto possa essere grave e drammatica la situazione.

Tutti devono sapere, dai "buoni" ai "cattivi".

Niente al mondo può e deve giustificare quanto sta accadendo, indisturbato, proprio sotto i nostri occhi. La mattina, come il pomeriggio. La sera, ma ancor peggio di notte. Quando il buio nasconde il fumo nero. I roghi spesso son piccoli. Nascosti in stradine di campagna, a volte inaccessibili.

Ecco perché tutto è contaminato.

C'è chi dice che tutto ciò non esiste, che non è vero. Ora BASTA ! E' inutile nascondersi dietro un dito. Tutto è INCREDIBILMENTE VERO.

A quanti non credono diciamo: chi nega l'evidenza vuole il MALE della sua TERRA, dei suoi FIGLI e di quanti la abitano.

Omertà è complicità. Silenzio è assenso.

Anche se diversi enti già conoscono il fenomeno, per dovere civile e obbligo morale, di nuovo e per l'ennesima volta ... a tutte le Istituzioni che ci rappresentano, amministrano e tutelano rivolgiamo l' ACCORATO APPELLO:

SI FERMI SUBITO QUESTO SCEMPIO !!!

Possiamo non bere l'acqua della terra in cui abitiamo. Possiamo pure non mangiare i prodotti della terra in cui cresciamo. Ma l'unica cosa di cui non possiamo fare a meno, è respirare la sua aria ! La stiamo "appestando", pur non avendo industrie.

Quand'è che ci risvegliamo ??



*"I rifiuti speciali sono quelli derivanti da: attività agricole - attività di costruzione, demolizione e scavo - lavorazioni industriali, artigianali, commercianti - attività di servizio, di recupero e smaltimento rifiuti - attività sanitarie - macchinari obsoleti e veicoli a motore dismessi. - (art. n° 7 D. Lgs. 22/97)"

27 ott 2008

ALLA RISCOPERTA DELLA NAPOLI MEDIEVALE: I SEDILI E I LORO CAVALIERI

ALLA RISCOPERTA DELLA NAPOLI MEDIEVALE:
I SEDILI E I LORO CAVALIERI

Date

Domenica 19 Ottobre ore 10:00

Sabato 25 Ottobre ore 17:00

Domenica 16 Novembre ore 17:00

Meeting point comunicato in fase di prenotazione
Durata 2 h. circa
Prezzo 6 € / persona
5 € CRAL convenzionati, studenti, over 65

scarica la brochure in formato PDF





Chi non conosce la città di Napoli con le sue tradizioni, gliNapoli - Piazza San Gaetano aneddoti e la sua cucina, ma quanti di noi, Napoletani compresi, possiamo dire di conoscere la storia di Napoli? Per porre rimedio a tale lacuna la Dott.ssa Luigia Salino, promotrice del progetto Insolita guida, ha pensato bene di organizzare una serie di eventi diretti a portare in luce il passato di questa Napoli dai mille volti.
Il primo appuntamento della serie è:
ALLA RISCOPERTA DELLA NAPOLI MEDIEVALE: I SEDILI E I LORO CAVALIERI: una passeggiata narrata tra i vicoli dei quartieri popolari per poter rivivere l’atmosfera medievale attraverso l’architettura dei palazzi, delle strade e non solo. Filo conduttore di questo itinerario è la rassegna dei Sedili localizzati nei più antichi quartieri partenopei, punto di aggregazione in epoca medioevale della gens che contava per discutere della politica di Neapolis Napoli, via Toledo - dipinto su volta ingresso palazzo d'epoca.Ogni sedile è testimone delle vicissitudini, degli accordi e disaccordi di cui sono stati protagonisti i Cavalieri, ras dei vari quartieri, e le rispettive famiglie gentilizie titolari dei Seggi; storie degne di essere oggetto di un racconto Shakespeariano.
Si rievocheranno, dunque, la storia delle famiglie dei Pappansogna, CapeceMinutolo, i BocciaBoccia e tante altre ancora, con i loro intrecci, le loro tresche.

La passeggiata, dalla durata di due ore circa, ha inizio dove un tempo la città di Napoli raggiungeva mare: via Mezzocanonne, dove ritroviamo il più "mistico" dei sedili: il Sedile del Porto. Da qui attraverso un labirinto di vicoli e “vicarielli” si visiteranno i più importanti sedili della Napoli di un tempo.La sede del seggio è oggi ricordata da una targa posta in piazza Portanova.
Attraversando i Cardini si giunge in piazzetta Nilo dove si innalza la statua del Nilo, testimonianza di quello che un tempo era il Sedile del Nilo, “sfrattato” nel corso degli anni in una piazza adiacente a seguito di una singolare vicenda.
Il tuffo nel passato terminerà nel piazzale antistante la chiesa di San Lorenzo, il cui campanile, in epoca borbonica è stato fregiato di tutti gli scudi gentilizi appartenuti alle nobili famiglie.
Si ricorda che per prendere parte all’evento occorre prenotarsi

(clicca quì per sapere come prenotare)


Insolitaguida.it

26 ott 2008

Camorra: aiutarono Setola,arrestati

(ANSA) - NAPOLI, 25 OTT - Arrestate due persone accusate di aver aiutato la fuga di Giuseppe Setola, presunto capo del gruppo di fuoco del clan dei Casalesi. La polizia di Caserta ha arrestato a Giugliano, nel Napoletano, dove si erano rifugiati, l'operaio Salvatore Santoro e Massimiliano Napolano, titolare di una concessionaria di auto. Entrambi sono destinatari di un decreto di fermo del pool anticamorra. I due avrebbero garantito supporto logistico alla latitanza di Setola

Camorra: aiutarono Setola,arrestati

24 ott 2008

Vinto a Catania il jackpot da 100 milioni Il '6' mancava da 6 mesi e 77 concorsi

A Milano è stato centrato un '5+1' da 3,7 milioni di euro.
Nel 2008 quindici Paperoni. Esposto del Codacons

I festeggiamenti alla ricevitoria fortunata (Ansa)
I festeggiamenti alla ricevitoria fortunata (Ansa)
CATANIA - «Abbiamo vinto noi. Io di Catania e un amico di Ragusa. Grazie a tutti, presto ci faremo sentire». È il contenuto di una delle tre telefonate ricevute dalla ricevitoria di via Rapisardi, a Catania, dove è stato giocato il sistema da 100 milioni del Superenalotto. La voce anonima ha detto che è stato giocato un piccolo sistema. Anche nelle altre due telefonate è stata rivendicata la vittoria, ma la prima è considerata più credibile, sebbene non si escluda che possa trattarsi di mitomani. Ma un altro episodio è accaduto nella ricevitoria fortunata: un uomo giovanile dall'aspetto tipicamente mediterraneo e molto felice ha ordinato un vassoio di dolci da portare, a mano, alla ricevitoria di Catania dove è stata giocata la schedina vincente del Superenalotto. È quanto ha riferito una commessa di una pasticceria sita nelle vicinanze della tabaccheria dove venerdì si è registrata la vincita record al Superenalotto. I dolci sono stati felicemente consumati tanto dai gestori della ricevitoria, quanto dai tanti curiosi presenti nell'esercizio commerciale di viale Mario Rapisardi nel capoluogo etneo. La commessa della pasticceria rispondendo alle domande dei numerosi giornalisti e curiosi presenti ha detto che l'uomo è stato di poche parole ed è andato via subito a bordo di una moto di grossa cilindrata.



Cittadini giornalisti:

23 ott 2008

Di Pietro Padre Padrone come Mastella e Pecoraro Scanio

Cristiano Di Pietro, il figlio di primo letto del grande capo Idv è l’astro nascente del partito e il nuovo «boss» .

Attualmente Di Pietro jr, 34 anni, è consigliere provinciale Idv a Campobasso, naturalmente capogruppo, consigliere comunale a Montenero di Bisaccia, dipietropoli, e sicuro candidato alle regionali del 2011.

Cariche indossate "a cipolla" proprio come il leader del oramai "compianto" partito dei "Verdi".

In più è di fatto il coordinatore ombra dell’Idv nella regione, nel senso che un coordinatore ufficiale c’era, il senatore Giuseppe Astore (ex dcdi lunga esperienza politica), ma si è dimesso proprio per via del pupillo. Ora al suo posto c’è un coordinatore più allineato (ma un importante esponente dell’Idv corregge: «appiattito»).


Come Berlusconi cura la "comunicazione a doppio binario" cosi Tonino, ha ben capito che c'era uno spazio vuoto tra i delusi del nostro paese e ci si è piazzato comodamente, cavalcando l'indignazione, ma alla stretta dei fatti usando le stesse logiche di sempre.

Oltre ad Antocri, la società immobiliare intestata ai figli, che sta comprando beni immobili in tutta italia fittandoli al partito, troviamo il solito familismo, ben celato, per il quale abbiamo crocifisso Mastella e Pecoraro Scanio.

Solo che la mggiorparte dei "colions" ancora non sa.



Di Pietro Padre Padrone come Mastella e Pecoraro Scanio

Maso, primo giorno di lavoro in fabbrica -



Milano - L’alba di Pietro Maso è un’alba incerta e livida: ore 7.30, carcere di Opera, il bunker di sbarre e cemento che è da anni la sua casa apre il suo cancello per fare uscire l’ex ragazzo di Montecchia di Crosara diventato assassino dei suoi genitori. Sono passati diciassette anni e mezzo dalla sera in cui Maso confessò tutto. E Maso inizia ieri la sua semilibertà con il più banale e quotidiano dei gesti, il gesto che gli uomini liberi compiono ogni giorno senza pensarci: sale in auto e avvia il motore. È un gesto che fino a ieri gli era proibito: i regolamenti dicono che i detenuti in permesso premio devono viaggiare solo e soltanto con i mezzi pubblici. Così nei mesi scorsi, quando usciva da Opera per andare in comunità o dalla sua ragazza, Maso andava e veniva in taxi. Ieri invece - e fargli avere in tempo la patente è stato nei giorni scorsi l’ultimo grattacapo dei suoi legali - Maso esce dal supercarcere, e imbacuccato nel silenzio sale su una vecchia Fiesta rossa targata Verona. Berretto blu, jeans, giubbotto Napapijiri, barba corta.

Venti minuti dopo un altro cancello gli si apre: è quello della Elettrodata di Peschiera Borromeo, l’azienda dove lo hanno assunto come magazziniere. Appena la Fiesta è dentro, intorno a Maso scatta la protezione compatta di colleghi e superiori. Il semilibero non vuole parlare. Un po’ perché non ne ha voglia. Un po’ perché gli stessi giudici che gli hanno concesso la semilibertà hanno fatto presente che proprio il suo silenzio di questi mesi è stato decisivo nel convincerli ad accogliere la sua domanda. Il messaggio dei magistrati è chiaro: non trasformarti in un personaggio da talk show. E Maso si adegua volentieri.

Dentro, nella fabbrica assediata dai cameramen e dai cronisti, si consumano i riti di qualunque prima giornata di lavoro: un capo prende Maso in consegna, gli fa vedere il magazzino, i bagni, la mensa. Il semilibero infila l’abito da lavoro, la vestaglia che i vecchi operai milanesi chiamavano «hawaiana». Per i compagni di lavoro, avere Maso accanto è meno sensazionale di quel che si potrebbe immaginare. Non è la prima volta che un detenuto arriva a lavorare qui. Da tempo, all’interno di Elettrodata lavora una cooperativa che si chiama Coelet, e che si occupa di reinserimento di detenuti. Non è la prima volta, insomma, che un uomo con un passato difficile si materializza tra gli scaffali e i capannoni affollati di computer. Ma Maso è sempre Maso. E così, sommessa e quasi timida, un po’ di curiosità lo circonda anche nelle nove ore che passa in azienda. Lui non dà confidenza. Gli altri non gli fanno domande.

«Quando ho saputo chi era - racconta una donna ucraina, una tra i pochi colleghi che si sbottonano con i giornalisti - non ci ho creduto. Aveva l’aria più normale della terra». E sono probabilmente le parole che anche Maso vorrebbe sentire dire di sé. A metà pomeriggio, i suoi avvocati Roberto Braguti e Maria Pia Licata si fiondano in azienda per cercare di sbloccare l’assedio dei media. I legali diffondono una dichiarazione, ringraziano l’azienda, chiedono di attenuare la pressione. Da domani, il magazziniere Maso Pietro chiede di essere un operaio come gli altri. Non sarà facile. Perché la Procura generale è ancora in tempo per depositare il ricorso in Cassazione contro la decisione che gli ha concesso la semilibertà. Gli spazi per un ricorso sono stretti, perché un ricorso è possibile solo se la semilibertà è stata concessa violando la legge, e il provvedimento del tribunale di Milano si muove invece tutto dentro i binari della Gozzini, la legge che indica i modi e i requisiti per il reinserimento dei carcerati. Una settimana fa, nell’opporsi alla richiesta dei suoi legali, il sostituto procuratore Bruno Fenizia aveva insistito così soprattutto su un tasto: la gravità del delitto, la colpa orrenda di cui Maso si è macchiato quella sera di aprile del 1991, e che non può considerarsi emendata né dal tempo trascorso né dal comportamento in carcere.

E ieri Maso scopre che, qui fuori, i magistrati della Procura generale non sono i soli a pensare che per lui l’alba sia arrivata troppo presto: «Pezzo di merda», gli grida un camionista che passa di lì quando esce dalla fabbrica. E un altro strombazza il clacson: «Evviva evviva, un altro assassino in libertà».
Maso, primo giorno di lavoro in fabbrica - Articolo - ilGiornale.it del 23-10-2008

22 ott 2008

Punzo: ecco 3 punti per far ripartire il Sud Formazione, detassione e lotta ai clan

Gianni Punzo
Gianni Punzo

NAPOLI - «La prima cosa che serve alla Campania e al Mezzogiorno? Una lotta senza quartiere alla criminalità organizzata. È questo il miglior investimento». A dirlo, in un intervista al quotidiano «Il Giornale», il presidente del Cis di Nola, Gianni Punzo che sfoggia, nonostante la situazione di difficoltà dell'economia nazionale e meridionale, il proverbiale ottimismo: «Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno», dice.

Il presidente del Cis individua, oltre alla lotta senza quartiere alla malavita organizzata, altri due punti per uscire dalle secche di un'economia che si avvita nella recessione. La prima è la formazione. «Berlusconi, Marcegaglia e Lettieri hanno riconosciuto il valore dell'università Federico II che rappresenta un centro di eccellenza. Noi dobbiamo affrontare la globalizzazione e affiancarla, ne siamo in grado perché abbiamo le intelligenze, la voglia e la forza».

Il terzo punto è economico e si compone di un mix costituito dalla detassazione («è incentivante a creare prodotti», dice il presidente del Cis), dal ruolo delle banche («devono dimostrare di avere i nervi saldi finanziando le imprese»), dall'iniziativa del Governo («mi piace la Finanziaria triennale»). Punzo non si nasconde i problemi e le difficoltà («questo è un nuovo '29»), ma manifesta anche l'ottimismo: «Il problema del Mezzogiorno non è stato risolto, ormai siamo a mezzanotte: un orario nel quale più che indietro possiamo e dobbiamo guardare a un'alba nuova».


22 ottobre 2008



Corriere del Mezzogiorno

Napoliaffari Digg - Real Madrid: Cannavaro `I fischi? Peggio il ko`

Napoliaffari Digg - Real Madrid: Cannavaro `I fischi? Peggio il ko

21 ott 2008

Deposito di auto rubate, arrestato

NOLA - Avevano messo su un vero e proprio deposito di auto rubate, quasi tutte di grossa cilindrata. Un deposito ben attrezzato, con tanto di "officina" meccanica all´interno per l´immediato smantellamento dei singoli pezzi che venivano poi immessi sul mercato illecito. Una attività molto redditizia stroncata questa mattina dagli agenti del commissariato di polizia di Nola, sezione volanti. L´operazione, coordinata dalla dirigente Mariantonietta Ferrara, si inserisce nell´ambito dell´azione di controllo e monitoraggio messa a punto dalla polizia tesa a contrastare i fenomeni criminosi sul territorio. A finire in manette Raffaele La Pietra, di San Vitaliano, sorpreso questa mattina, intorno alle 9, dagli uomini del commissariato mentre era intento a smontare un´Alfa Romeo 159, risultata rubata qualche giorno fa a Napoli. Erano giorni che gli agenti effettuavano servizio di pattugliamento in via Capua a Nola, una zona periferica sita nei pressi di Boscofangone. Durante il servizio, i poliziotti hanno più volte notato un furgone di colore rosso aggirarsi intorno ad un fabbricato. Insospettiti lo hanno seguito. A questo punto i dubbi sono aumentati. Da qui la decisione di irrompere nel fabbricato recintato da un cancello in ferro. Con non poche difficoltà, gli agenti hanno scavalcato e, una volta all’interno, hanno sorpreso La Pietra intento a svolgere la sua attività. Alla vista dei poliziotti l’uomo non ha opposto alcuna resistenza, dichiarando di essere un semplice ”operaio”. E’ stato immediatamente portato in commissariato. Subito dopo sono partite le indagini dalle quali è emerso che l’area adibita a deposito, di circa 1000 metri quadri, è di proprietà di un uomo originario di Cimitile, che, con regolare contratto, l’aveva fittata dallo scorso mese di giugno, ad un uomo di Giugliano. Il proprietario del suolo agricolo, interrogato, ha dichiarato di essere totalmente ignaro dell’illecita attività svolta all’interno della sua proprietà. Sono ora in corso ulteriori indagini per ricostruire il tutto. Intanto La Pietra è stato condotto al carcere di Poggioreale mentre l’area-deposito, compresi auto, singoli pezzi già smontati ed attrezzature utili allo smantellamento, sono state poste sotto sequestro.

Deposito di auto rubate, arrestato

18 ott 2008

Il Tempo - Interni Esteri - Incastrato il boss-poeta

L'agguato risale al 3 settembre 2003 e il il mandante del ferimento - episodio contestato dai magistrati della Dda Luigi Cannavale e Stefania Castaldi, come tentato omicidio aggravato dalla finalità mafiosa - sarebbe stato Tommaso Prestieri, impresario e boss dell'omonimo clan attivo nel quartiere di Secondigliano. In manette è finito anche uno dei presunti esecutori, Vincenzo Esposito, di 27 anni.
L'intento di Prestieri era, secondo la ricostruzione degli inquirenti, di «punire» il collega in quanto «pretendeva, per rispetto, di essere l'unica persona che poteva organizzare le feste all'interno dei "Sette palazzi"». Così ha spiegato Antonio Prestieri, nipote di Tommaso nonché uno dei due collaboratori di giustizia che hanno consentito di svelare i retroscena della vicenda.
«Questa organizzazione dava fastidio a mio zio» ha raccontato il pentito ricordando che il promotore dell'iniziativa fu Patrizio Grandelli, detto «'o mostro». «Prima della festa - ha aggiunto - Prestieri chiamò l'impresario che si giustificò dicendo che Grandelli l'aveva pagato e che per lui non vi era motivo per non fare la festa. Durante la festa gli prese la 'nziria (una fissazione ossessiva, ndr) e voleva scendere e andare a sparare all'impresario». Poi Prestieri, su pressione di alcuni parenti, si sarebbe convinto a dare «solo» una lezione ad Assante. Un racconto confermato da un altro pentito del clan, Antonio Pica, anch'egli imparentato con la famiglia Prestieri. All'agguato avrebbero partecipato Vincenzo Esposito, fermato ieri dai carabinieri e un altro giovane esponente del clan, che è invece latitante. Esposito guidava il motorino mentre il complice, armato di pistola, sparò alle gambe dell'impresario. Quest'ultimo reagì scagliandosi contro il sicario il quale in preda al panico, per divincolarsi esplose anche un colpo verso parti vitali. Assante comunque se la cavò con una prognosi di 15 giorni.
Prestieri, ritenuto il reggente del clan, lavora anche come impresario teatrale, manager di vari cantanti e discografico. È marito di una cantante neomelodica, ha dipinto quadri e scritto libri di poesie andati a ruba. Nel 1994, fu arrestato con l'accusa di minacce nei confronti di un manager della Nazionale cantanti. Il clan Prestieri fu una delle più forti componenti del clan Di Lauro, a lungo egemone nella periferia nord di Napoli. Nel 2006, in seguito al riassetto degli equilibri criminali che produsse la sanguinosa faida di Scampia, i Prestieri si allearono al gruppo dei cosiddetti «Scissionisti».
Il Tempo

17 ott 2008

Camorra, arrestato il boss Tommaso Prestieri

carabinieriNAPOLI. Vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Napoli che alle prime luci dell’alba sono entrati in azione nelle piazze di spaccio di Scampia.Il blitz, coordinato dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha impegnato oltre 100 uomini delle forze dell'ordine che stanno procedendo a perquisizioni per blocchi di edifici nelle zone nord del capoluogo campano. Nel corso dell’operazione, ancora in corso, i militari hanno arrestato il boss di Secondigliano Tommaso Prestieri a capo dell’omonimo clan. Proprio Scampia è una delle maggiori piazze di spaccio in Campania prima gestita da Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo o’ milionario, e dai suoi figli ed ora gestita dagli scissionisti del clan, facenti capo a Raffaele Amato.


Camorra, arrestato il boss Tommaso Prestieri

12 ott 2008

Dopo 2mila anni riaperto lo stadio di Antonino Pio a Pozzuoli

Lo Stadio di Antonino Pio, ubicato immediatamente ad occidente della città di Puteoli, sorge su una terrazza naturale, con il fronte settentrionale prospiciente l’antica via Domitiana (oggi via Luciano) e quello meridionale scenograficamente affacciato sul Golfo di Pozzuoli (oggi via Campi Flegrei, nei pressi dell’Olivetti). L’inaugurazione si è tenuta stamani, venerdì 10 ottobre, alla presenza del Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino.

Discorso di Pasquale Giacobbe, sindaco di Pozzuoli: “Oggi è un momento di festa e di orgoglio per la nostra Comunità. La scoperta prima e il successivo restauro dello stadio greco di Antonino Pio, rappresentano un ulteriore passo in avanti nella definizione di Pozzuoli come città d’arte. Come le grandi capitali dell’arte italiana, Firenze, Venezia, Roma, Urbino, anche Pozzuoli può vantare un illustre passato che riaffiora dalle viscere della terra, insieme, ed è questa la specificità del nostro territorio, ad una natura incomparabile che fa da cornice alla Storia. Compito dell’Ente locale, sia pure in tempi di “Finanza di guerra”, è incentivare e coordinare tutto questo.

I lavori che quotidianamente compie la Sovrintendenza, anche qui con le ristrettezze economiche, dovute ai magri bilanci dai quali poter attingere, rendono ancora più speciale la giornata di oggi. Dobbiamo unire gli sforzi. Razionalizzare le spese, per creare le condizioni di una città moderna nei servizi è punto di riferimento nei grandi circuiti internazionali. Siamo impegnati, e ci impegniamo, a fare di Pozzuoli un attrattore culturale internazionale. Compito che vogliamo svolgere in collaborazione con tutti gli altri enti presenti sul nostro Comune, dalla Sovrintendenza, alla Provincia, alla stessa Regione. Per questo dobbiamo accelerare i lavori a Rione Terra, unitamente alla creazione di una rete di servizi, anche telematica, per intercettare i flussi turistici. Puntiamo cioè a un salto di qualità dell’offerta. Ci siamo dati, lo sappiamo, un compito ambizioso ed impegnativo. Dobbiamo impostare un cambio di passo, specialmente nella nostra Comunità. Fare di ogni cittadino un custode di questo grande patrimonio che i nostri maggiori ci hanno lasciato in eredità. Combattere anni di incuria e di vandalismo. Ora però è davanti a noi la via obbligata della riqualificazione e della valorizzazione del nostro patrimonio artistico. È una strada che abbiamo preso con convinzione, è sarà la strada che farà della nostra Città, unitamente alle altre opere in Cantiere, di Pozzuoli uno dei punti di riferimento della cultura italiana.

Dichiarazione di Valerio Abussi, Assessore al Turismo di Pozzuoli:

“Il teatro di Antonino Pio è una ulteriore perla nell’immenso patrimonio archeologico puteolano”. Queste le dichiarazioni dell’assessore al turismo della città di Pozzuoli, Valerio Abussi, che auspica inoltre la stessa celerità e collaborazione istituzionale nella realizzazione delle necessarie infrastrutture a sostegno del turismo nei Campi Flegrei.

STADIO DI ANTONINO PIO

il monumento e la sua storia

Lo Stadio di Antonino Pio, ubicato immediatamente ad occidente della città di Puteoli, sorge su una terrazza naturale, con il fronte settentrionale prospiciente l’antica via Domitiana (oggi via Luciano) e quello meridionale scenograficamente affacciato sul Golfo di Pozzuoli.

Come ci informano le fonti antiche, la costruzione dello Stadio venne promossa dall’imperatore Antonino Pio per celebrare lo spirito filellenico del suo predecessore Adriano, il quale, morto a Baia nel 138 d. C., era stato sepolto in un primo momento nell’area di una delle ville di Cicerone a Pozzuoli (Hist. Aug., v. Hadr. 25,7). In seguito, Antonino Pio, vinte le remore del senato, ne trasferisce i resti a Roma e istituisce a Pozzuoli, nel luogo della prima sepoltura, giochi di tipo olimpico (Hist. Aug., v. Hadr. 27, 3) noti con il nome greco di Eusebeia.

Lo Stadio (circa m. 300 x 70) presenta la tradizionale pianta rettangolare con uno dei lati brevi curvi (sphendone) e l’altro, riservato alla “partenza” degli atleti, caratterizzato da un leggero andamento curvilineo.

Su questo lato – dove si sono concentrate differenti campagne di scavo effettuate grazie ai fondi P.O.R. Campania 2000-2006 - si apre un varco monumentale, originariamente coperto da una volta in muratura.

Quest’ingresso a doppia cortina introduceva gli atleti direttamente alla pista ed era costituito da più archi realizzati con grossi blocchi di pietra vulcanica locale (c.d. “piperno”), rivestiti d’intonaco chiaro. Di questi archi si conservavano in piedi soltanto i pilastri, mentre i conci, rinvenuti tutti in crollo, sono stati ricollocati nella loro posizione originaria nel corso dei recenti interventi.

L’accesso agli spettatori, invece, era consentito dal fronte settentrionale e filtrato da diversi avancorpi, intervallati da spazi verdi.

Passando attraverso questi avancorpi - dei quali si è potuto mettere in luce soltanto il primo ad Est - ci si immette in un ambulacro con pavimentazione in cocciopesto e copertura a volta composita: da qui, mediante differenti varchi (vomitoria), il pubblico accedeva ai vari settori degli spalti (cavea).

Come nella maggior parte degli edifici per spettacoli antichi, anche la cavea dello Stadio di Antonino Pio era organizzata in tre parti, corrispondenti a differenti fasce di spettatori. La parte più bassa della cavea (ima), riservata a personaggi eminenti, è separata dalla pista mediante un muro di recinzione (balteus) e conserva due file di sedute in blocchi di piperno; della parte media e di quella più alta della cavea (summa) non si conservano, invece, le gradinate, che, stando ad alcune tracce messe in evidenza, non apparirebbero realizzate in piperno.

l’abbandono e le fasi successive

La frequentazione dello Stadio sembra protrarsi almeno fino alla fine del III – inizi del IV sec.d.C. : è a questo periodo che risalgono, infatti, differenti strati d’abbandono ed è a questa stessa epoca che riportano le ultime testimonianze antiche di cui disponiamo. Tra queste, appaiono di particolare interesse alcune fiaschette vitree dove, tra i monumenti più rappresentativi della città di Puteoli, compare un edificio accompagnato dalla didascalia STADIV”.

In questa fase, alcuni ambienti dell’ambulacro iniziano ad interrarsi, mentre la pista ed il piazzale esterno all’ingresso monumentale vengono sepolti in seguito ad un’alluvione. Il piano di frequentazione immediatamente ad Est dello Stadio si va, così, ad innalzare ed è in questo momento che inizia una progressiva rifunzionalizzazione di alcuni ambienti e spazi aperti dello Stadio.

Una prima trasformazione si deve all’edificazione di un complesso a pianta polilobata in opera vittata mista, parzialmente messo in evidenza dalle recenti campagne di scavo: esteso dall’area esterna al varco monumentale fino all’ingresso settentrionale, questo complesso sembrerebbe presentare le caratteristiche proprie di un impianto residenziale tardo-antico, del cui apparato decorativo, andato in massima parte perduto, si conservano abbondanti frammenti di pavimentazioni marmoree in opus sectile.

In seguito, anche questo complesso viene modificato e subordinato ad esigenze di tipo rustico/produttivo. L’area del portico settentrionale dello Stadio, da un lato, è adibita ad attività di lavorazione e spegnimento della calce, dall’altro, è attraversata da una canaletta che va ad immettersi in uno dei vomitoria dell’ambulacro. Anche la cavea, in questa stessa fase, è arginata con muri a secco realizzati con materiali di spoglio analoghi a quelli adoperati per la costruzione, a ridosso dell’ima cavea, di un sistema di tre vasche, verosimilmente destinate alla produzione di olio o vino.

Dopo quest’ultima frequentazione del sito, l’area viene gradualmente abbandonata fino ad essere sepolta, nel 1538, dalle ceneri vulcaniche del vicino Monte Nuovo.

Soltanto intorno agli inizi dell’800 - come testimoniato anche dalla litografia di Domenico Cuciniello e Lorenzo Bianchi, autori del Viaggio Pittorico nel Regno delle due Sicilie (1829-1832) – un settore dell’ambulacro dello Stadio è inglobato da una masseria, che, con varie trasformazioni, si è conservata fino ad oggi.

Purtroppo, il monumento appare oggi smembrato in due parti in seguito alla realizzazione della moderna via Domiziana (1932), il cui percorso è andato a tagliare lo Stadio nel senso della lunghezza, compromettendone l’originaria unitarietà.
Dopo 2mila anni riaperto lo stadio di Antonino Pio a Pozzuoli

9 set 2008

ANGELINI: OTTIMA COSA SE INIZIA A CONFESSARE

Continua ad opporre una serie di "non posso rispondere", l'imprenditore Vincenzo Angelini, accerchiato dai giornalisti in Tribunale. Qualcosa, tuttavia, se l'e' lasciata sfuggire: "Se Del Turco comincia a confessare e' un'ottima cosa". A confessare cosa? "Quello che ha fatto". Sulla presunta protezione di Del Turco, Angelini, anche qui, ha opposto un "non posso rispondere", cosi' come sul suo presunto arresto e sui poteri forti evocati da Del Turco. Sull'interrogatorio di oggi nell'ambito dell'incidente probatorio, Angelini ha detto di "non avere speranze particolari. Dobbiamo andare avanti, aspettare quello che decideranno i giudici" Che effetto le ha fatto vedere ieri in aula Del Turco e le altre persone che ha accusato? "Nessun effetto - ha risposto Angelini, - perche' dovrebbe farmi un effetto particolare?". Angelini ha poi aggiunto che continuera' a fare quello che ha sempre fatto, "a lavorare, come fanno i miei figli che sono una grande risorsa, l'aspetto piu' bello di questa vicenda".(AGI) -
ANGELINI: OTTIMA COSA SE INIZIA A CONFESSARE

8 set 2008

NAPOLI: RAPINA IN PIZZERIA, UCCISA UNA GUARDIA GIURATA - Il Tempo

NAPOLI: RAPINA IN PIZZERIA, UCCISA UNA GUARDIA GIURATAIl Tempo - 14 ore faNapoli, 7 set. - (Adnkronos) - Giuseppe Minopoli, una guardia giurata di 37 anni, e' stato ucciso la scorsa notte, intorno a mezzanotte da due rapinatori.
Napoliaffari DIGG

SAVIANO ACCUSA: «IN CAMPANIA LA CAMORRA FA I TITOLI DEI GIORNALI»

SAVIANO ACCUSA:
«IN CAMPANIA LA CAMORRA
FA I TITOLI DEI GIORNALI»
Il giornalista e scrittore campano, autore del best-seller "Gomorra", intervenendo al Festival della letteratura di Mantova denuncia le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle redazioni dei media.



Agenda della Comunicazione

Napoli Stadi vietati per trentadue ultrà azzurri - Eurosport

Napoli Stadi vietati per trentadue ultrà azzurri - Eurosport

20 ago 2008

S. Vitaliano è la città più ricca del nolano

NOLA - Ecco la mappa dei redditi dei paesi dell'agro Nolano, tracciato sulla base della indagine del Centro Studi Comunicazione che si è servito dei dati forniti dal Ministero dell'Interno e dall'Istat. Nella classifica si prende in considerazione il reddito medio per contribuente nell'anno 2007, nonché la variazione rispetto alla valutazione del 2006. Il Sud, in linea generale, non naviga nell'oro, e questo si ripercuote sulle Province campane. Per la provincia di Napoli, il comune più ricco è Capri, quello più povero, con i suoi 6661 euro per contribuente ed una variazione del -4,5% è Pimonte. Per quanto riguarda l'Agro Nolano- Vesuviano, a sorpresa il Comune "paperone" è San Vitaliano (al diciannovesimo posto nella provincia partenopea), con il suo reddito medio di 13.123 euro ed un aumento percentuale dell'8,6%. Segue Nola, con 12.707 euro ed una variazione dell'11,6%. Il più povero tra i paesi dell'agro è invece Visciano, con un reddito per contribuente di 7.293 euro, sebbene registri una variazione in aumento rispetto all'anno scorso del 5,,1%. Il dato percentuale positivo viene da San Paolo Belsito (+13,07% rispetto al 2006), mentre Massa di Somma, Striano e san Giuseppe assistono ad una leggera flessione. Per quanto riguarda il Baianese, che rientra nella provincia di Avellino, il più ricco è Sirignano, che addirittura è al quinto posto generale nonostante le non grandi dimensioni, ed il più povero Avella. Nel Vallo, primeggia Lauro e sprofonda Moschiano.

Ecco la classifica dei paesi del Nolano- Vesuviano: Marigliano (12.682 euro, +10,8%); Cercola (12.608 euro, +15%); San Paolo Belsito (12.607 euro , +13,07%); Pollena Trocchia (12.492 euro, +7,8%); Comiziano (12.444 euro , +12,5%); Scisciano (12.401 euro , +8,7%); Sant'Anastasia (12.153 euro , +5,7%); Mariglianella (12.118 euro, +12%); Casamarciano (12.020 euro, +11,4); Castello di Cisterna (11.734 euro, +4,7%); Somma Vesuviana (11.217 euro, +7,2%); Acerra (11.165 euro; +9,5%); Cimitile (10.649 euro, +9,8%); Brusciano (10.618 euro, +3,7%); Massa di Somma (10.533 euro, -5,7%); Ottavianoo (10.502, +1,2%); Cicciano (10.397 euro, + 8,7%); Saviano (10.252 euro, +8%); Liveri (10.206 euro, +9,4%); Tufino (10.154 euro, + 9,4%); San gennaro Vesuviano (10.154 euro, +9,4%); camposano (9.954 euro, +9,9%) Palma Campania (9.454 euro, +5,,4%); Roccarainola (9.301 euro, ++6,8%); San Giuseppe Vesuviano (9.140 euro, -3,8%); Carbonara (8.299 euro, +6,1%); Striano (8.001, -2,8 %) e il fanalino di coda per l'area Nolana, appunto Visciano.

19 ago 2008

Licei: bonus a studenti piu' bravi: serve la media dell'8

Roma, 19 ago. (Apcom) - Per incentivare gli studenti all'impegno alcuni dei più prestigiosi istituti superiori italiani hanno deciso di stanziare una quota dei loro fondi scolastici a coloro che già da quest'anno sono stati promossi con almeno la media dell'otto: così è stato deciso, ad esempio, al liceo classico "Ennio Quirino Visconti" di Roma e a quello scientifico "Albert Einstein" di Milano.

Il Visconti, il liceo più antico d'Italia seguito dal Parini di Milano, sta provvedendo a far recapitare ai 50 suoi studenti migliori un buono da 90 euro da spendere (in libri, cd e dvd) nelle librerie 'Feltrinelli': sono quelli frequentanti le classi comprese fra il quarto ginnasio e il secondo liceo e che hanno ottenuto la promozione, ovviamente senza debiti, con la media uguale o superiore all'otto.

All'Einstein di Milano, invece, gli allievi più meritevoli (i promossi con la media dall'otto in su, ma anche i diplomati con almeno 90/100) è stato assegnato un bonus più alto: 200 euro da spendere non solo in librerie, ma anche per l'acquisto di biglietti teatrali o per l'iscrizione a corsi sportivi, musicali o di lingue.

Le decisioni prese dagli istituti sono state rese possibili dalla legge sull'autonomia introdotta dal alcuni anni nelle scuole italiane: sinora però presidi e docenti non si erano quasi mai avvalsi di questo tipo di facoltà. La necessità degli istituti di assicurarsi studenti (acuita dalla recente manovra finanziaria che taglierà le scuole con meno iscritti) e quella più generale di migliorare le competenze degli studenti (stiamo scivolando tra gli ultimi posti dell'area Ocse) ha probabilmente indotto gli organi collegiali a a cambiare strategia.

Per la prima volta - ha spiegato Rosario Salamone, dirigente scolastico del liceo Visconti - grazie ai fondi resi disponibili dall'autonomia scolastica, con una delibera del consiglio di istituto, abbiamo deciso di premiare il merito, la dedizione, l'assoluta umiltà con la quale i ragazzi più meritevoli si sono dedicati allo studio nel corso dell'anno appena trascorso".

Occorre sostenere questi ragazzi nel loro sforzo di andare controcorrente e dare loro un segnale forte del sostegno degli adulti e della scuola. Non bisogna infatti dimenticare - ha concluso Salamone - che questi ragazzi saranno la futura classe dirigente del Paese". Vale la pena ricordare che sui banchi del liceo capitolino Visconti si sono seduti importanti personaggi come Pio XII, Enrico Fermi, Giulio Andreotti, Carlo Lizzani e Franco Modiglioni, La linea intrapresa dalle scuole è quella, del resto, indicata negli ultimi tempi dallo stesso ministero dell'Istruzione. Per la prima volta lo scorso settembre l'ex ministro Fioroni fece avere ai 3 mila neo-studenti diplomati con la lode un importante incentivo: una borsa di studio di mille euro da spendere in libri e strumenti didattici utili alla loro formazione post-diploma.

Il nuovo ministro Gelmini, che sin dal primo giorno del suo insediamento a viale Trastevere si è dichiarato fervente sostenitore del merito e delle competenze da migliorare ad ogni costo, ha dato seguito al provvedimento: tra poche settimane i quasi 4 mila studenti neo-diplomati con lode (dallo 0,7% del 2007 sono infatti passati allo 0,9% sempre con una netta prevalenza dei diplomati del meridione) riceveranno infatti il confermato voucher da mille euro.

Licei: bonus a studenti piu' bravi: serve la media dell'8

Roma, 19 ago. (Apcom) - Per incentivare gli studenti all'impegno alcuni dei più prestigiosi istituti superiori italiani hanno deciso di stanziare una quota dei loro fondi scolastici a coloro che già da quest'anno sono stati promossi con almeno la media dell'otto: così è stato deciso, ad esempio, al liceo classico "Ennio Quirino Visconti" di Roma e a quello scientifico "Albert Einstein" di Milano.

Il Visconti, il liceo più antico d'Italia seguito dal Parini di Milano, sta provvedendo a far recapitare ai 50 suoi studenti migliori un buono da 90 euro da spendere (in libri, cd e dvd) nelle librerie 'Feltrinelli': sono quelli frequentanti le classi comprese fra il quarto ginnasio e il secondo liceo e che hanno ottenuto la promozione, ovviamente senza debiti, con la media uguale o superiore all'otto.

All'Einstein di Milano, invece, gli allievi più meritevoli (i promossi con la media dall'otto in su, ma anche i diplomati con almeno 90/100) è stato assegnato un bonus più alto: 200 euro da spendere non solo in librerie, ma anche per l'acquisto di biglietti teatrali o per l'iscrizione a corsi sportivi, musicali o di lingue.

Le decisioni prese dagli istituti sono state rese possibili dalla legge sull'autonomia introdotta dal alcuni anni nelle scuole italiane: sinora però presidi e docenti non si erano quasi mai avvalsi di questo tipo di facoltà. La necessità degli istituti di assicurarsi studenti (acuita dalla recente manovra finanziaria che taglierà le scuole con meno iscritti) e quella più generale di migliorare le competenze degli studenti (stiamo scivolando tra gli ultimi posti dell'area Ocse) ha probabilmente indotto gli organi collegiali a a cambiare strategia.

Per la prima volta - ha spiegato Rosario Salamone, dirigente scolastico del liceo Visconti - grazie ai fondi resi disponibili dall'autonomia scolastica, con una delibera del consiglio di istituto, abbiamo deciso di premiare il merito, la dedizione, l'assoluta umiltà con la quale i ragazzi più meritevoli si sono dedicati allo studio nel corso dell'anno appena trascorso".

Occorre sostenere questi ragazzi nel loro sforzo di andare controcorrente e dare loro un segnale forte del sostegno degli adulti e della scuola. Non bisogna infatti dimenticare - ha concluso Salamone - che questi ragazzi saranno la futura classe dirigente del Paese". Vale la pena ricordare che sui banchi del liceo capitolino Visconti si sono seduti importanti personaggi come Pio XII, Enrico Fermi, Giulio Andreotti, Carlo Lizzani e Franco Modiglioni, La linea intrapresa dalle scuole è quella, del resto, indicata negli ultimi tempi dallo stesso ministero dell'Istruzione. Per la prima volta lo scorso settembre l'ex ministro Fioroni fece avere ai 3 mila neo-studenti diplomati con la lode un importante incentivo: una borsa di studio di mille euro da spendere in libri e strumenti didattici utili alla loro formazione post-diploma.

Il nuovo ministro Gelmini, che sin dal primo giorno del suo insediamento a viale Trastevere si è dichiarato fervente sostenitore del merito e delle competenze da migliorare ad ogni costo, ha dato seguito al provvedimento: tra poche settimane i quasi 4 mila studenti neo-diplomati con lode (dallo 0,7% del 2007 sono infatti passati allo 0,9% sempre con una netta prevalenza dei diplomati del meridione) riceveranno infatti il confermato voucher da mille euro.

15 ago 2008

Berlusconi ha risolto l'emergenza rifiuti di Napoli ma l'Europa non ci crede. E continuano i guai giudiziari - Schegge di Vetro

Berlusconi ha risolto l'emergenza rifiuti di Napoli ma l'Europa non ci crede. E continuano i guai giudiziari - Schegge di Vetro

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Notte agitata per il Cavaliere, si girava e rigirava nel letto ... Ma cribbio ! Oggi vado a Napoli a dire che ho risolto l'emergenza rifiuti e invece mi toccherà ancora parlare della giustizia comunista ! Quel cavolo di giudice ! Non hanno accettato la ricusazione della Gandus, ma adesso chiamo Ghedini e vedete cosa mi invento ... e poi a Settembre...

No, Berlusconi non ha mangiato pesante ieri sera. E' che la magistratura rischia ancora una volta di rovinare quello che doveva essere un fantastico spot post-elettorale per dimostrare che San Silvio c'haveva fatto la grazia e aveva risolto l'emergenza rifiuti a Napoli.

Invece ieri i giudici della V Corte d'Appello di Milano hanno respinto l'istanza di ricusazione avanzata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nei confronti del giudice Nicoletta Gandus. Come dire, il processo per ora si fa, poi arriverà il Lodo Alfano a fermare tutto, ma sia chiaro per il popolo che se il processo si ferma è solo perchè il Cavaliere si è fatto la legge.

Ma torniamo ai miracoli di Berlusconi sui rifiuti. Avete visto ? L'ho promesso e l'ho fatto. Ho risolto l'emergenza rifiuti di Napoli !

Peccato che l'Unione Europea non ne è proprio convinta: Berlusconi può dire che il problema è risolto, può dire ciò che vuole, ma per noi contano i risultati: la procedura di infrazione rimane aperta. Questa la risposta di Barbara Hellferich, portavoce del commissario all'ambiente Stavros Dimas, che commenta l'annuncio del presidente del Consiglio. Noi, insiste Hellferich, non possiamo misurare i risultati di queste politiche sulle parole, ma sui fatti. Il governo deve realizzare il piano, non basta presentarlo, deve dimostrare che la soluzione indicata risolve il problema a lungo termine, con una gestione corretta dei rifiuti e la creazione del termovalorizzatore.

E poi, emergenza risolta ... sì, in centro, ma guardate le periferie. I sacconi neri sono ancora tutti lì.

P.s. E state certi che oggi nel consiglio dei ministri di Napoli il Cavaliere tirerà ancora qualche bordata contro la magistratura comunista.

14 ago 2008

MARADONA JR A POSITANO PER IL LIBRO SU SUO PADRE

MARADONA JR A POSITANO PER IL LIBRO SU SUO PADRE

Arriva domenica a Positano Diego Armando Maradona Junior per raccontare con la giornalista Anna Maria Chiariello dei burrascosi rapporti con il padre il campione argentino Diego Armando Maradona ed il figlio che, poche settimane fa, ha conquistato la medaglia d'argento con la nazionale italiana al mondiale di beach soccer di Marsiglia. A presentare il libro "Maradona, mio padre", l'autrice, giornalista del Tg 5 Anna Maria Chiariello, con Angelo Ciaravolo, consigliere nazionale dell'ordine dei giornalisti, e Ottavio Lucarelli, presidente dell'ordine dei giornalisti della Campania. L´appuntamento da non perdere per la Costiera Amalfitana, da Positano, Amalfi e Ravello, è alle 21,30 sulla splendida terrazza del Domina Royal di Positano.Il libro della Chiariello, edito da Tullio Pironti, racconta la vera storia Diego Armando Maradona junior che, a quattro anni, giocava a pallone nei corridoi di casa e tifava già per l'Argentina, fra lo stupore dei familiari. A 12 anni parlava spagnolo e leggeva libri su Che Guevara. Adesso Diego Armando Maradona junior, il volto del Che, se l'è fatto tatuare su un braccio: glielo aveva chiesto suo padre nell'unica volta che si sono abbracciati. Questa è la vicenda di un ragazzo timido, che somiglia in maniera impressionante al grande campione argentino, anche sui campi di calcio: stessa altezza, stessi occhi, stesso sguardo vivace da nino argentino o, se volete, da scugnizzo napoletano. Questo libro narra delle battaglie in Tribunale, dell'incontro di Fiuggi, dell'amore per il calcio, ma racconta anche la vita di un figlio che riesce ancora a parlare di suo padre con affetto, senza acredine. Il suo desiderio più grande? Quello di andare al più presto in Argentina. Un libro scritto a quattro mani con una giornalista del calibro di Anna Maria Chiariello giornalista professionista dal 10 marzo 1992 e, attualmente, è caposervizio al Tg5. Ha lavorato molto con giornali e tv napoletane (è stata direttore responsabile di Canale 8), ha collaborato con “Il Mattino”, con “L´Europeo” e ha fatto uno stage al “Messaggero”. Al Tg5 è arrivata grazie alla segnalazione del compianto Giampaolo Rossetti (suo collega all´“Europeo”). Il 29 novembre 2005 ha ricevuto il premio per i cronisti del Senato della Repubblica. Diego Armando Maradona junior si racconta, e viene raccontato, in 240 pagine che trasmettono un messaggio tanto crudo quanto strabiliante: "Credo che questo libro vada letto per un motivo basilare: così che tutti i padri del mondo capiscano quanto sia tremendo abbandonare i propri figli". Dichiarazione che prelude al grande viaggio: "Andrò in Argentina per abbracciare mia sorella Jana: una bimba di 12 anni che ha il mio stesso percorso". La voce narrante del libro, scritto da Annamaria Chiariello, è quella di Diego junior, il figlio napoletano di Cristiana Sinagra e del Pibe. "E´ una storia vera. Una storia che non ha lo scopo di attaccare mio padre, ma soltanto di raccontare la verità. E´ un libro di affetto e di sentimenti".
FARE CHIAREZZA - Diego, 21 anni, parla con la maturità di un quarantenne; spiega con la gentilezza e l´educazione innate che lo hanno reso un uomo molti anni prima della maggiore età. "Avevamo voglia di fare chiarezza, perché sono state dette e scritte tante cattiverie sul mio conto e su mia madre. Sono stufo, basta: sono esausto". Maradona junior ha regalato la prima copia del libro a Max Esposito, ex calciatore del Napoli e suo compagno di stanza nella Nazionale di beach soccer, mentre un´altra è stata recapitata all´amico Walter Gargano, che ha già cominciato a leggerla. Il libro, sì, e poi il viaggio: "Sto organizzando la prima volta in Argentina: dovrei partire per Buenos Aires nei prossimi giorni". E non cercherà il padre, sia chiaro: "Vado per conoscere mia sorella Jana che abita a San Martin: abbiamo la stessa storia, abbiamo bisogno di incontrarci e starci vicino. E anche mio padre dovrebbe starle vicino: io, Djalma e Gianinna siamo grandi, Jana è soltanto una bimba". Quella che Annamaria Chiarello ha raccolto nel libro edito da Pironti, insomma, è la storia di un ragazzo che a quattro anni giocava a pallone nei corridoi di casa e tifava già per l´Argentina, fra lo stupore dei familiari. A 12 anni parlava spagnolo e leggeva libri su Che Guevara. Adesso Diego Armando Maradona junior il volto del “Che” se l´è fatto tatuare su un braccio: glielo aveva chiesto suo padre nell´unica volta che si sono abbracciati. E´, comunque, la storia di un ragazzo timido, dal sorriso dolcissimo che somiglia in maniera impressionante al grande campione argentino, anche sui campi di calcio (fatte le dovute proporzioni tra i due, ovviamente, e questo anche Diego jr lo sa e lo capisce, come ben dicono i risultati calcistici ottenuti dal figlio rispetto a quelli centrati dal padre...): stessa altezza, stessi occhi, stesso sguardo vivace da nino argentino o, se volete, da scugnizzo napoletano.
CON AFFETTO – Il libro narra la vita di un figlio che riesce ancora a parlare di suo padre con affetto, senza acredine. Perché nel cuore del giovane Diego c´è la tristezza per un genitore che gli è mancato, che è stato assente nei momenti belli e brutti della sua vita, ma anche l´ammirazione incondizionata per quel Maradona che è la leggenda vivente del calcio. E poi le battaglie in Tribunale, l´amore per il calcio, la passione per il Napoli, il primo (e unico) incontro a Fiuggi. Tutto cose raccontate ancora una volta proprio alla presentazione ufficiale del libro, avvenuta a Venafrio (Isernia), la località dove Diego jr gioca in serie D. «Quell´incontro? Eravamo a Fiuggi su un campo da golf - ha detto Diego jr -, mio Dio che emozione. Era mio padre. Poi però ho pensato: ma questo è Maradona.... Recuperare il tempo perduto? No so. Ora sono grande, prima avevo bisogno di lui. Ora voglio solo che lui stia bene. Che pensi prima a lui. Purtroppo, quando mi chiedono del carattere di mio padre, dei suoi pregi non so mai che dire. Però chi lo ha conosciuto mi ha detto che è molto generoso». Insomma: la storia di Diego junior, figlio di Cristiana Sinagra, e di un papà assente ed ingombrante.
UNA FAVOLA - Tutta colpa di una sorte crudele che si è divertita a rovinare una storia che sembrava destinata ad un lieto fine. Come piacerebbe a Napoli (ma non solo) e ad Annamaria Chiarello, napoletana anche lei, inviata del Tg5 con un passato professionale dove lo sport era di casa, visto che ha cominciato con Autosprint, Rombo e Rombo Tv, occupandosi di rally e Formula 1. Nella tv del Biscione ha legato il suo nome ad importanti servizi, reportage ed inchieste come la tragica alluvione di Sarno, la scoperta di una rete di pedofili a Torre Annunziata, l´angoscia per la sparizione di Silvestro Delle Cave e l´intervista ad uno degli orchi che lo avevano rapito, seviziato e ucciso. Nel 2005, con un reportage sulla faida di camorra a Napoli, ha vinto la targa della presidenza del Senato al Premio Cronisti Piero Passetti. Annamaria, probabilmente, avrebbe voluto che il suo libro somigliasse a una favola, ma la sua formazione giornalistica gliel´ha impedito: anche con questo libro ha raccontato solo i fatti. Anche se, sempre alla presentazione ufficiale del libro, ha precisato che Maradona sr sa che è stato pubblicato questo lavoro. Annamaria ha detto di avergli anche inviato una copia e spera, con il contribuito del Pibe, di poter scrivere un altro finale, "un finale d´amore".
Maradona, mio padre, di Annamaria Chiariello. Tullio Pironti Editore. Pagine 240, € 12,80