20 mar 2013

Che tempo che fa : Nichi Vendola - 18/03/2013 - Blog

Alle ultime elezioni politiche è stato capolista del suo partito in tutte le regioni d' Italia per la Camera risultando eletto per la 5° volta; dall'ottobre 2010 è Presidente di Sinistra Ecologia Libertà, formazione politica nata nel 2009 dopo la scissione di Rifondazione Comunista, partito di cui è stato deputato dal 1992; nel 1985 è tra i fondatori dell'Arcigay nazionale e nel 1987 della Lila- Lega italiana per la lotta contro l'Aids.
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2 mar 2013

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Il sen. Caforio (Idv) rivela: «De Gregorio mi offrì 5 milioni per far cadere governo Prodi»


Nel "piano libertà" che Silvio Berlusconi avrebbe elaborato nel 2006 per far cadere il traballante governo Prodi, sarebbe stato coinvolto anche il sentaore pugliese Giuseppe Caforio, a quell'epoca membro dell'Idv. Solo che lui rifiutò nonostante l'offerta di 5 milioni di euro che avrebbe ricevuto  tramite l'altro transfuga, Sergio De Gregorio. Il primo a rivelarlo è stato lo stesso De Gregorio, a sua volta "comprato" per tre milioni di euro, e interrogato dalla procura di Napoli. Racconta De Gregorio: «Dissi a Berlusconi che forse Caforio poteva ascriversi al ruolo degli indecisi e lui mi disse: “Cosa gli puoi offrire?” Risposi: che magari gli diate un finanziamento alla sua forza politica. Allora lui disse: “Puoi proporgli fino a 5 milioni”. Ma Caforio mi registrò e mi denunciò». Ma ora per la prima volta lo stesso  Caforio lo conferma alla "Gazzetta"

Senatore Giuseppe Caforio, ci racconti come avvenne l'incontro con il senatore De Gregorio
Premetto che il senatore De Gregorio ed io facevamo parte dello stesso partito e dello stesso gruppo parlamentare, per cui esisteva già un rapporto di amicizia. Quando mi propose di incontrarci lui aveva già fatto da tempo la scelta di passare con Forza Italia e grazie a quei voti fu anche eletto presidente della Commisisone Difesa del Senato.

Va bene, veniamo all'incontro
Il senatore De Gregorio mi chiamò al telefono dicendomi che voleva parlarmi con una certa urgenza. In quei giorni lui era ricoverato in una clinica e mi disse che se fossi stato disponibile mi avrebbe fatto prelevare dal suo autista per portami dove si trovava. Gli risposi di sì. Nel pomeriggio di quello stesso giorno avvisai il mio capogruppo al Senato, sen Formisano ed anche l'on. Di Pietro, allora ministro del governo Prodi per giustificare anche la mia assenza ad un evento che lui aveva la stessa sera proprio a Taranto. E siccome io ero pugliese mi sembrò doveroso dare ragione della mia assenza. In questo modo avvertivo anche il mio leader di quell' incontro. Pensai di attrezzarmi con un piccolo registratore che si metteva automaticamente in funzione con la voce.

Perchè pensò di dotarsi di quel registratore?Perchè ritenevo di dover documentare la mia posizione in quanto vi erano già stati degli episodi di attenzione nei miei confronti anche da parte di altri senatori di Forza Italia i quali mi avevano proposto un incontro con lo stesso Berlusconi. Per cui vivevo ormai nelle condizioni di dover dimostrare la mia correttezza, affidabilità e coerenza politica.

Veniamo all'incontroFui prelevato, come stabilito dall' autista e da un'altra persona a piazza Sant'Eustachio. Una volta giunti alla clinica nella quale era ricoverato De Gregorio, entrammo da un ingresso secondario. Raggiunsi la stanza dov'era De Gregorio e restammo soli, io lui. De Gregorio iniziò a propormi l'eventualità di cambiare posizione, perchè diceva, "poteva convenirmi". Che "c'era la possibilità di far cadere il governo Prodi già il giorno dopo, perchè al Senato c'era un voto di fiducia. E anche in considerazione del fatto - disse De Gregorio - che c'erano già delle trattative per formare un governo di salute pubblica in cui lui, De Gregorio, avrebbe avuto un incaricp o come ministro o come sottosegretario. 

E a lei cosa offriva per cambiare casacca? Se avessi accettato - disse - io avrei fatto il responsabile di Italiani nel Mondo e attraverso Italiani nel Mondo avrei ricevuto i previsti finanziamenti. Una tranche però mi sarebbe stata versata subito prima della fiducia, entro la mattinata successiva.

Quanto?La prima tranche sarebbe stata di 1,5/2 milioni di euro subito, cioè entro la mattina successiva, e altri tre milioni di euro con trance annuali sotto forma di finanziamento al Movimento di cui sarei stato responsabile.

E Lei cosa disse?Io mi riservai di decidere e di dargli una risposta la mattina successiva. Lui mi pregò di farlo entro una ora compatibile con gli orari di apertura delle banche perchè doveva far transitare questo versamento da banche estere. Per cui dovevo fornire le mie coordinate bancarie in tempo. La mattina dopo lo chiamai per dirgli che non me la sentivo di tradire il mio partito.

Tutto questo lei lo ha raccontato al magistrato?No, non ho mai parlato con nessun magistrato. Consegnai la mattina successiva alle 8:00 quella cassetta registrata a Di Pietro e alle 10:00 chiamai de Gregorio per dirgli che non ero disposto a fare quello che lui mi aveva proposto. Presumo che sia stato Di Pietro a consegnare la cassetta ai magistrati. 

Questo episodio così com'è, lo ha mai raccontato prima?Tutto quello che io ho appena riferito per la prima volta alla Gazzetta è contenuto in quella cassetta registrata.

1 mar 2013

M5S, porta in faccia al Pd"Adescatori, mai la fiducia"

Un governo con un programma di sette-otto punti, sui quali Pier Luigi Bersani intende chiedere la fiducia al Parlamento. All'indomani della porta in faccia sbattuta da Grillo, il segretario del Pd in rilancia "il governo di responsabilita': a noi spetta la prima parola perche' abbiamo la maggioranza". Bersani esclude la possibilita' di dar vita a governissimi con il Pdl, "l'ipotesi delle larghe intese non esiste e non esistera' mai".
Ma dal leader del M5S arriva un nuovo duro attacco: "Questi hanno la faccia come il culo. I vertici del pdmenoelle si stanno comportando come dei volgari adescatori. E' il solito modo puttanesco di fare politica. Per attuarlo pero' ci devono essere persone disposte a vendersi. E il M5S, i suoi eletti, i suoi attivisti, i suoi elettori non sono in vendita", chiarisce Grillo, che accusa Bersani di fare il "mercato delle vacche".
  Con Casaleggio che chiarisce: "non daremo la fiducia a nessuno".
E dopo l'apertura di Silvio Berlusconi alla nascita di un governo di larghe intese e la convinzione che non sia opportuno tornare al voto, oggi il Cavaliere spariglia e, al contrario, 'chiama' proprio le urne: "Io non sarei cosi' ostile a una continuazione della campagna elettorale e andando, dopo aver cambiato la legge elettorale, immediatamente a nuove elezioni". Matteo Renzi rompe il silenzio post elettorale e garantisce: "Io ho combattuto Bersani a viso aperto quando non lo faceva nessuno, guardandolo negli occhi. Non lo pugnalo alle spalle". Il sindaco di Firenze scarta l'ipotesi di un governo con il Pdl, ma avverte: "Grillo non va rincorso, va sfidato".
E mentre si susseguono i vari scenari per uscire dall'impasse post voto, da Berlino Giorgio Napolitano spazza il campo da qualsiasi ipotesi di una sua permanenza al Quirinale: "Non esistono proroghe, non esistono rielezioni a tempo", "l'ho gia' detto tante volte. Non credo che sia onesto dire 'tranquilli, posso fare il Capo dello Stato fino a 95 anni'".
Non solo. Il Capo dello Stato chiarisce anche che il ritorno alle urne non rappresenta una strada al momento percorribile: "Andare a votare di nuovo non mi interessa", "l'importante e' dare un governo all'Italia". "Non ho potere di scioglimento delle Camere", ha aggiunto, "dubito che il nuovo Presidente possa pensare solamente allo scioglimento", indicando quello che e' l'obiettivo principale: "bisogna dare un governo all'Italia". Infine, il Presidente della Repubblica tranqullizza: "potremo superare le difficolta'".
Ma a rendere ancor piu' teso il clima post elettorale sono le nuove vicende giudiziarie che coinvolgono Berlusconi che oggi, dal Tribunale di Milano dove ha reso dichiarazioni spontanee nell'ambito del processo Mediaset, torna a invocare la piazza e da' appuntamento al 23 marzo. "Vogliono cambiare l'esito delle elezioni nella aule dei Tribunali", tuona l'ex premier che attacca: "parte della magistratura e' una patologia del nostro sistema, un cancro della nostra democrazia". Dura la replica dell'Anm: "E' inconcepibile manifestare contro la magistratura".

M5S, porta in faccia al Pd"Adescatori, mai la fiducia"