30 lug 2014

A Gaza ormai è strage senza fine

A Gaza ormai è strage senza fine
Al 23. giorno di guerra 108 morti sotto le bombe - Gli sfollati sono 200 mila - Giovedì vertice ONU

TEL AVIV - Nessuno sembra in grado di fermare la guerra a Gaza, arrivata al 23. giorno. Oggi un colpo dell'artiglieria israeliana ha centrato una scuola dell'agenzia Onu per i rifugiati a Jabaliya nella Striscia facendo 23 morti (compresi donne e bambini) e decine di feriti.

Un attacco definito dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki moon"ingiustificabile": "Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono", ha tuonato, sottolineando che tutte le prove indicano la responsabilità israeliana. Anche gli Stati Uniti hanno parlato di "civili innocenti" uccisi ed hanno condannato l'attacco.

Altri 17 morti e 160 feriti, secondo fonti palestinesi, si sono avuti nel mercato di Sajaya, ad un passo da Gaza City, durante la tregua umanitaria di quattro ore annunciata dall'esercito israeliano - e respinta da Hamas - per le zone dove non si verificano combattimenti.

Oggi i morti palestinesi sotto le bombe a Gaza, secondo fonti locali, sono stati circa 108, per un totale complessivo, dall'inizio delle ostilità, di 1336 vittime e circa 7200 feriti. I soldati israeliani uccisi sono saliti a 56 con i tre morti oggi nel sud della Striscia per un tunnel e una casa che sono saltati in aria. Negli ospedali israeliani - mentre continuano a piovere razzi, soprattutto nel sud di Israele (2670 dall'inizio e 280 lanciati da Hamas nel suo stesso territorio) - sono circa 117 i feriti.

L'ingranaggio del conflitto non appare destinato a bloccarsi facilmente: il gabinetto di sicurezza di Benyamin Netanyahu - durato 5 ore - ha ordinato all'esercito di continuare gli assalti ad Hamas e di proseguire nell'eliminazione dei tunnel che Israele ritiene letali per i suoi civili. A questo proposito il comandante israeliano della zona sud Sami Turgeman non è stato ottimista per quanto riguarda i tempi: "Ci vorranno - ha spiegato - giorni per distruggere tutti quelli che conosciamo".

Di diverso avviso l'ex presidente di Israele Shimon Peres per il quale invece "Israele ha esaurito l'opzione militare": la soluzione alla crisi di Gaza, è stato il suo appello, deve essere diplomatica, con la Striscia da porre sotto il controllo del leader palestinese Abu Mazen.

Il bombardamento della scuola dell'Onu è stato l'atto più sanguinoso di oggi: Ban ha chiesto di "individuare i responsabili" perché "deve essere fatta giustizia". Parole echeggiate dalconsigliere della sicurezza nazionale Usa Ben Rhodes, secondo cui gli Stati Uniti "sono molto preoccupati per l'uccisione di civili a Gaza e insistono per un cessate il fuoco duraturo e di lungo termine".

La situazione umanitaria a Gaza va peggiorando di giorno in giorno. Gli sfollati sono oltre 200 mila: rispetto all'ultimo conflitto il numero nelle scuole dell'Unrwa "è quattro volte superiore", secondo John Ging, direttore operativo dell'Ufficio Onu per gli affari umanitari. Per l'ong Gvc sono circa 600 mila le persone nella Striscia che rischiano di non aver accesso all'acqua potabile.

L'esercito israeliano ha continuato anche oggi ad avvisare la popolazione di lasciare le case che sono nelle zone più a rischio di bombardamenti ma - come racconta la testimonianza di un giornalista locale dell'ANSA - non è semplice. La scelta di muoversi è lo stesso molto rischiosa e le case da affittare sono introvabili: quelle poche ancora a disposizione hanno prezzi altissimi. Proprio sulla crisi umanitaria il Consiglio di Sicurezza dell'Onu terrà una nuova riunione di emergenza giovedì mattina alle 10 locali, le 16 in Svizzera.

Con lo sfondo della situazione nella Striscia, l'aspetto diplomatico cerca di accelerare: il Vaticano ha mosso la sua diplomazia per la fine delle ostilità a Gaza e la ricerca di una pacificazione. E per sollecitare l'attenzione internazionale sulla tragica situazione dei cristiani in Iraq. La Segreteria di Stato ha inviato alle ambasciate accreditate presso la Santa Sede una "nota verbale" per richiamare i recenti appelli sul Medio Oriente rivolti dal Papa. Così come ilsegretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shukry"hanno concordato di riprendere i contatti e di proseguire le consultazioni e il coordinamento per seguire il deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza".

“Morto per un chilo di pane”. Parla il nipote: “A settembre lasceremo Napoli”

Sono trincerati in casa nel loro dolore. Ma il logorìo è grande. A gridare e cercare uno sfogo è il nipote del signor Mariano Buttari, vittima innocente della mano della camorra. Non si risparmia Armando Petraglia, primogenito di una delle figlie dell’anziano. Nelle sue parole un mix di rabbia e odio per un territorio che, fin troppo spesso, regala violenza: “Siamo nel 2014… E noi popolo napoletano diciamo ancora “Abbiamo il mare, il Vesuvio, la sfogliatella , la pizza. Quando veniamo intervistati per televisione facciamo ancora funicoli funicula”. Ma non ci rendiamo conto che viviamo in una terra dove ogni giorno muoiono decine di persone per tumore, dove ancora si sparano nelle strade come il far west. Oggi ho perso mio nonno, un pensionato di 75 anni. Il suo scopo nella vita era accudire sua moglie. Era sceso per comprare un kg di pane e si è trovato nel mezzo di un conflitto a fuoco! Non sto a dire “Napoli è una città di merda”, perché io amo la mia città! Ma sono arrivato al punto di dire che dal 1 settembre lascerò questo posto per il mio bene e per il bene dei miei futuri figli! Purtroppo sono stanco di combattere per il giusto, che qui non si potrà mai avere. Sperando un giorno che tante persone come me risolleveranno questa terra ormai a pezzi!”.
Roccarainola.net