28 dic 2008

Napoli, pronti cinque nuovi assessori domani incontro tra Iervolino e Nicolais

Politica, Rosa Russo Iervolino, VELTRONI

NAPOLI (28 dicembre) - In dirittura d’arrivo il rimpasto della giunta comunale di Napoli. Saranno cinque i nuovi assessori, niente azzeramento. La Iervolino va ora a Roma per incassare l’ok di Veltroni e sta lavorando per la composizione delle deleghe.
I partiti della sinistra confermano l’appoggio.
Chi entra? Sicuro Francesco Boccia, parlamentare del Pd, coordinatore della cabina di regia per la Campania nel governo Prodi. Poi in pole position i nomi di Adriano Gianolla, economista, responsabile Economia del Pd e presidente della Fondazione BancoNapoli, Raffele Porta, ex assessore, docente di agraria e segretario regionale di Sinistra democratica, Enzo Mormile, docente di diritto privato, e Vito Lupo, vicepresidente del Consiglio comunale.

Confermati Tino Santangelo, Agostino Nuzzolo, Mario Raffa, Gino Rispoli e Luigi Scotti.

«La tela di Penelope è a buon punto ma non dico quattro se non l’ho nel sacco». Il sindaco di Napoli è a Roma, dove ha trascorso alcuni giorni in famiglia, e non si sbilancia sui tempi necessari per ultimare la composizione della nuova giunta comunale. Il sindaco ha detto di non aver incontrato o sentito durante la sua permanenza a Roma il segretario del Pd Walter Veltroni: «Mi sono concessa un po’ di relax e l’unico impegno che ho avuto è stato andare oggi nel mio negozio di abbigliamento preferito dove ci sono sconti del 50%. Adesso sto leggendo il libro del cardinal Martini “Conversazioni notturne a Gerusalemme”. È stato un regalo di Natale, è molto piacevole, lo consiglio. Della giunta mi occuperò nuovamente domani».

Il sindaco ha confermato che sarà domani mattina a Napoli e che incontrerà il segretario provinciale del Pd Luigi Nicolais. Con lui farà il punto della situazione. Scelte di assoluto spessore improntate all’indipendenza: questo le ha chiesto il partito. Quanto ai nomi la Iervolino mantiene il riserbo rotto soltanto per confermare la presenza nella sua nuova squadra dell’economista Francesco Boccia: «Lui c’è. Quanto agli altri - precisa - vedo che i giornali lavorano di fantasia e fanno nomi di persone che non ho mai sentito nominare. Ma sono abituata, succede ogni volta che nasce un nuovo governo».


Napoli, pronti cinque nuovi assessori domani incontro tra Iervolino e Nicolais

27 dic 2008

La nuova verginella della politica italiana.

Forza ItaliaImage via Wikipedia

"Il mio partito non e' mai ricorso a finanziamenti illeciti". Lo ha assicurato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, conversando con i giornalisti a Palazzo Grazioli. Forza Italia, ha spiegato, "ha saputo misurare le spese sulle sue possibilita', in relazione alle entrate assicurate dal finanziamento pubblico". Berlusconi ha difeso il finanziamento pubblico dei partiti: "O i soldi arrivano dal finanziamento pubblico o i partiti possono ricorrere ad altri fondi non cosi' trasparenti". Questo pero' non e' il caso di Forza Italia: "Tutti sanno che casomai i soldi ce li mettevo io", ha detto. Per questo "ho l'assoluta certezza che per il mio partito non ci sia il clima del '92-93".


La nuova verginella della politica italiana.
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22 dic 2008

NAPOLI: POLIZIA SGOMINA BANDA RAPINATORI DI AUTOMOBILISTI

(ASCA) - Napoli, 20 dic - La Polizia Stradale di Napoli ha sgominato una banda di rapinatori, nella zona di Secondigliano Scampia, dedita a furti e rapine ai danni di automobilisti. La banda di malviventi simulava con il lancio di sassi un incidente stradale, costringendo le ignare vittime a fermarsi e verificare il danno, poi aggredendo i malcapitati, i rapitanori gli sottraevano l'autovettura. In alcuni casi i veicoli, dopo il furto, venivano restituiti ai proprietari dopo aver intascato un vero e proprio riscatto.

Gli agenti della Polizia stradale di Napoli sono riusciti ad intercettare con sistemi satellitari i veicoli utilizzati dal gruppo criminale e, quindi, hanno proceduto ad appostamenti e pedinamenti prima di procedere ai fermi. Per le indagini gli agenti si sono avvalsi anche di intercettazioni ambientali che hanno consentito di eseguire tre arresti di cui uno in flagranza di reato.

- Agenzia di stampa Asca

20 dic 2008

Napoli, inchiesta sulle auto blu il pm: processo per i sei assessori

Comune di NapoliImage via Wikipedia NAPOLI (20 dicembre) - Sei avvisi di chiusra indagine sono stati notificati in queste ore dal pm Walter Brunetti ad altrettanti assessori (due ancora in carica) del Comune di Napoli. L'indagine è quella per l'uso improprio della auto blu, iniziata nel novembre del 2007. Gli avvisi sono stati notificati agli assessori alla Nettezza Urbana, Gennaro Mola (Pd) e a Giulio Riccio (Rifondazione comunista). I quattro ex assessori sono Giuseppe Gambale (Pd), già ai domiciliari per la vicenda Romeo, Donata Rizzo D'Abundo e Bruno Terracciano (Udeur) e Dolores Madaro (Pdci).

L'inchiesta. Auto di servizio utilizzate da alcuni assessori per fare shopping, accompagnare amici e parenti, addirittura viaggi di piacere a Rimini e a Capo Vaticano, una tre giorni a Telese per la festa dell'Udeur, una visita al Polo della Qualità dio Marcianise. Ad indagare i finanzieri del nucleo di polizia giudiziaria che più di un anno fa hanno acquisito documentazione a Palazzo San Giacomo, in particolare nell' assessorato guidato da Mola, e nell' autoparco di via Medina dove sono parcheggiate le «Alfa 159». Indagine in cui si profilano due capi d' accusa: abuso e peculato.

Ma a Gambale, ex responsabile della Margherita per la legalità, vengono contestate anche le minacce che avrebbe rivolto a un operatore del 118: oltre ad essersi fatto accompagnare a casa dove la madre aveva avuto un incidente domestico avrebbe usato toni pesanti contro gli infermieri che la stavano trasportando al Loreto Mare e non al Cto come lui avrebbe voluto.
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16 dic 2008

Nola ed i suoi meetup, il 628 (contro il voto di scambio) e l’848 (gli ammutinati di Stica)

event_4728267Il 628 è il meetup che è riuscito a mettere insieme, faticosamente un gruppo di lavoro, ha realizzato le uniche cose che sono state fatte dai gruppi di Grillo nel Nolano (il resto è aria fritta). Poi un bel giorno a Di Pietro servivano dei "grillini" nel Nolano, gli si presenta Franco B. (che non era un grillino) e che ha cercato legittimazione avvicinandosi al gruppo  628.


Alcuni iscritti del meetup hanno lavorato al progetto, una delle quali sintetizza in poche parole quali erano le loro metodologie di persuasione:



[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=TD__I2N_H8M&hl=it&fs=1]



Così dal disappunto del 628 nasce a Nola l'848, chiamato anche per gli amici "dal produttore al consumatore".

Così i vari politici che si avvicenderanno non dovranno avere alcun fastidio per le metodologie applicate nel "carpire il consenso" dell'elettorato.

Tutti i politici, anche quelli che nell'ombra, potranno contare sui nuovi "capetti" del 848 e sulla loro "omertà".

Questa gente è stata messa alla prova.

Davanti ai fatti hanno fallito, e  non dovrebbero più darla a bere a nessuno, ma si sa, siamo in Italia, il posto dove tutto è possibile, figuriamoci un po di voto di scambio. Cosa vuoi che sia?

nb. i giudizi sulle persone non sono di carattere personale, bensì politico.


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14 dic 2008

Ricercatori a New York

I found this fascinating quote today:



Chi non ha santi in paradiso, per fare ricerca spesso è costretto ad andarsene all’estero. Nepotismo, mafie, baronati stanno impoverendo sempre più la società italiana, in primo luogo di risorse intellettuali. Gli amici di Qui New York Libera hanno raccolto la testimonianza di alcuni ricercatori italiani negli Stati Uniti.Ricercatori a New York, Dec 2008



You should read the whole article.

1 dic 2008

Il pentito: "Progettammo la faida in una cella di tribunale" | Napoli la Repubblica.it

Il pentito: "Progettammo la faida in una cella di tribunale"
In aula anche la madre di Gelsomina Verde, l'innocente uccisa e bruciata nella sua autodi Conchita Sannino"Il progetto di fare la scissione tra noi anziani del clan Di Lauro e la famiglia del boss Paolo Di Lauro nacque nel Tribunale di Napoli. Sì, avete capito bene: ne parlavamo negli intervalli del vecchio processo che si teneva nei primi anni del Duemila contro Di Lauro". "Io, i fratelli Abbinante e Rosario Pariante "scendavamo" a Napoli dai vari penitenziari d’Italia. Ci incontravamo nella cella di sicurezza dell’aula numero 115. Lì parlammo dell’idea di metterci in proprio. Lì si trattava di cose delicate. E lì, diciamo così... nasceva tutto. Ma all’inizio si pensava a una scissione senza sangue. Solo dopo vennero i veleni, gli omicidi a tradimento, le cose assurde come l’omicidio di un’innocente, Gelsomina Verde". Parla il pentito di Secondigliano Maurizio Prestieri. Due ore di racconto, ieri, al processo in Corte d’Assise (presidente Giustino Gatti, giudice a latere Isabella Iaselli) contro l’imputato Cosimo Di Lauro, il rampollo del padrino Paolo soprannominato Ciruzzo ‘o Milionario, il primogenito finito sul banco degli imputati con l’a ccusa di essere il mandante dell’efferato delitto di una ragazza innocente, Gelsomina Verde, che gli amici chiamavano Mina.Uno dei delitti raccontati nel best seller Gomorra.Lei, 22 anni, incensurata, fu sequestrata con l’inganno dagli aguzzini inviati da Cosimo. Era la sera del 21 novembre 2004. Mina fu attirata in una trappola dal suo amico Pietro Esposito (oggi pentito, e già condannato in altro processo), fu interrogata dal killer Ugo De Lucia, perché i sicari mandati da Cosimo il reggente pensavano che lei, che frequentava Gennaro Notturno, sapesse dove si nascondeva il fratello di lui, Enzo Notturno, rivale di camorra, uno degli scissionisti nemici dei Di Lauro, e ormai in fuga. Ma la ferocia prese la mano ai boia: la ragazza fu uccisa con sei colpi, uno dei quali le trapassò il cranio. Il suo corpo, i suoi bei capelli rossi, furono dati alle fiamme. Fu carbonizzata nella sua stessa auto. La sua tomba diventò quella Fiat Seicento, quasi nuova, che la madre precaria e suo padre ex operaio di scarpe avevano acquistato facendo molti sacrifici.
Un’udienza che resterà agli atti dell’anticamorra: non a caso, accanto al pm Stefania Castaldi che conduce da anni le inchieste su quel versante, ieri compare anche il capo della Dda Franco Roberti, a sottolineare la densità di uno snodo che giungerà a sentenza il 12 dicembre. E che potrebbe portare, dopo decenni di impunità, alla prima condanna di un Di Lauro per omicidio. Quattro anni e sette giorni dopo quell’esecuzione, la storia inaccettabile di Mina viene ripercorsa dinanzi agli occhi di sua madre, nell’aula 111 della cittadella giudiziaria di Napoli. È una figura sottile, vestita di nero, un corpo prosciugato dalla tragedia. Per tutta la durata della lunga udienza (termina alle 16) Anna resta ad ascoltare, la testa stretta nelle spalle, gli occhi chiusi tra tante piccole rughe. Quando parlano di Mina, piange: ma di un pianto muto.Singhiozzi che si intuiscono solo dal tremore che le scuote le spalle e le gambe, per lunghi minuti, ogni ora a intervalli irregolari. Quella madre, Anna Lucarella, a un certo punto si stacca dal primo banchetto, esce fuori, prende aria. Poi rientra: e torna a fissare con gli occhi stanchi e gonfi il monitor che inquadra - in un carcere di massima sicurezza a 700 chilometri di distanza - Cosimo Di Lauro. "Quando uccisero quella ragazza, ero in carcere — racconta Prestieri — Ma poco dopo, quando incontrai durante le udienze sia Vincenzo Di Lauro che suo zio, Enrico D’Avanzo, quelli dissero un’u nica cosa: Cosimo era uscito pazzo e lo riempirono di parolacce. Ma proprio tanti insulti, che qui non posso ripetere. Dissero che era assurdo avere ucciso così un’innocente, che questa cosa aveva attirato i riflettori, che così ci danneggiava. Un altro mio nipote mi riferì: "Dovevi vederlo a Cosimo, sta come un mostro"". Parole davanti alle quali barcolla, questa volta, la madre di Mina. E Prestieri continua, ripercorrendo quanto aveva dichiarato a verbale dinani al pm Castaldi.
"Sull’omicidio della Verde ho ricevuto notizie dirette da Vincenzo Di Lauro, come ho detto. Lo vidi, sempre al processo, qualche giorno dopo l´omicidio. In quell’occasione Vincenzo aveva già svolto colloqui con i familiari ed era assai adirato con il fratello Cosimo - ricorda Prestieri - Difatti egli mi ripeteva di non comprendere le ragioni dell´omicidio e le modalità di quell’a zione, in quanto alla giovane ragazza si erano chieste notizie di un suo amico, ossia uno dei fratelli Notturno.Quindi se l´intento era quello di chiedere una informazione non si spiegava come si fosse giunti ad ucciderla prima ed a bruciarne il corpo poi. Riteneva che il fratello stesse completamente prendendo la testa. Anche lo zio Enrico D´Avanzo, se pure con commenti più cauti, confermava che il nipote Cosimo, che tutti chiamavano Cosimino, aveva fatto un grande sbaglio in quanto in una faida così cruenta non vi era bisogno di aggiungervi una vittima non solo estranea all´ambito camorristico ma giovane donna e per giunta bruciala. Commentammo che cosimo forse voleva imitare il padre quando ai tempi della faida di mugnano diede ordine di uccidre la madre di Antonio Ruocco. In quella occasione infatti egli ebbe critiche dal resto della camorra sia di Secondigliano che della città tutta". Pretsieri si ferma, abbozza un sorriso cinico: "A quel tempo il boss Di lauro rispose che lui sapeva fare solo ""a guerra sporca". E io pensai, dopo l’omicidio della povera Gelsomina, che pure il figlio voleva imitare suo padre, fare pure lui una guerra sporca senza prigionieri, dimostrando di sapere uccidere pure donne e bambini. Ma veramente, - sibila in aula Prestieri - a parte la ferocia, un conto era il padre boss, un altro conto era Cosimino il figlio. E Cosimino stava veramente oltrepassando ogni misura>. Prestieri parla a lungo. Dopo di lui, confermeranno e aggiungeranno altri dettagli altri tre collaboratori di giustizia. Dal piccolo schermo arriva il profilo tozzo e impassibile del presunto mandante. Cosimino ascolta muto, impassibile di fronte al resoconto del pentito Maurizio Prestieri. Muta sta anche quella madre in attesa di giustizia. Nello stesso Tribunale nel quale, a quanto racconta la gola profonda della camorra, sbocciò il progetto sanguinario della faida.
(29 novembre 2008)
Napoli la Repubblica.it

Napoli, reagisce a rapina ucciso un commerciante

NAPOLI - Una rapina nel napoletano è finita con l'uccisione del negoziante rapinato. Il fatto è accaduto in via Filichito a Casalnuovo. Raffaele Manna, 62 anni, ha visto entrare quattro malviventi nel suo negozio di fitosanitari e articoli per animali che lo hanno minacciato con una pistola e costretto a consegnare l'incasso. Quando i rapinatori sono usciti con il bottino, Manna, con una reazione tardiva, ne ha afferrato uno per bastonarlo, ma un'altro, armato di pistola, ha sparato contro di lui. Il negoziante è rimasto gravemente ferito ed è morto dopo il trasporto all'ospedale di Pollena Trocchia.
(1 dicembre 2008)
Repubblica.it