10 nov 2009
Camorra, chiesta “misura cautelare” per Cosentino, sottosegretario all’economia
11 set 2009
Manuel Eliantonio
Manuel Eliantonio
Manuele non era quello che si direbbe un "ragazzo modello". Ha fatto molti errori. Per questo è stato arrestato. In attesa del processo è morto in carcere. Secondo la madre per le percosse ricevute. Anche un "cattivo ragazzo" ha diritto a un processo e lui non lo ha avuto. Manuele non è un "caso" isolato. L'associazione Ristretti Orizzonti raccoglie da anni i dati dei detenuti morti in carcere. Dal 2000 ad oggi sono stati 1486 di cui 528 suicidi. Ad agosto 2009 la contabilità dell'anno era a già 126. Non lo sapevamo, ma abbiamo ripristinato la pena di morte. Prima di noi, solo la Cina!
Testo dell'intervista:
"Sono Eliantonio Maria, la mamma di Manuele Eliantonio, deceduto il 25 luglio 2008 nel carcere Marassi di Genova.
Manuel è uscito per andare a ballare il 22 (dicembre 2007, ndr) sera e non è rientrato, è stato fermato in un autogrill della A6, se non erro, la Torino Savona con degli amici, erano 5 in tutto in macchina, con una ragazza, Manuel guidava lui perché il compagno si è ubriacato, hanno fumato, hanno usato delle sostanze, quelle che poi la maggior parte di giovani, purtroppo, usano, è scappato via invece di giustificarsi, di vedere come… seguirli in caserma, non so come… si è messo a scappare, l’agente l’ha rincorso, ha la mattina del 23, del dicembre 2007.
L’hanno portato nella caserma della Polizia stradale di Carcare, in Provincia di Savona, dove i ragazzi sono stati malmenati. L’unico che è stato arrestato perché ha risposto all’agente, perché probabilmente ha fatto correre troppo l’agente, si è affaticato, è stato Manuel, gli altri sono stati rilasciati e poi è risultato che poi forse quell’auto fosse stata rubata, non si sa da chi perché Manuel è partito da casa con il pullman per raggiungere la discoteca, la discoteca è a Paesana in Provincia di Cuneo e la macchina è stata rubata a Bra.
Da lì l’hanno portato in carcere e ha scontato circa un mese e qualcosa, quasi forse 10 giorni, purtroppo Manuel non riusciva a stare in casa, è stato segnalato che non rispettava gli obblighi di rimanere in casa e quindi è stato richiamato il 25 marzo in un’udienza gli hanno confermato che avrebbe atteso in carcere la condanna, un fermo cautelare, sanno ben loro come si chiamano queste cose e è rimasto in Liguria, a Savona, noi a Torino e lui in Liguria, io purtroppo senza reddito, con una bambina piccola non ho potuto fargli visita fino in Liguria, ne ho approfittato a maggio perché era qui a Torino, ma in 4 mesi di carcere è stato trasferito 5 volte: Savona, Chiavari, Torino, Chiavari, Marassi dove è morto.
Direi subito come l’ho trovato in questo tavolo di obitorio, l’ho trovato gonfio, di tutte le sfumature di colori: nero, marrone, verde, le orecchie blu, il petto gonfio, la testa era veramente una palla da bowling, naso rotto, occhio livido, un timbro nella milza, le unghie blu, era irriconoscibile, non mi è stata data nessuna indicazione e spiegazione, a parte quello che ho saputo dalla stampa, che ha inalato del butano, cosa assurda perché Manuel era terrorizzato dal butano, un ragazzo che dormiva sempre a petto nudo anche d’inverno, dovrebbe essere deceduto durante la notte o al mattino, vestito, cosa incredibile per una mamma che lo conosce, per i nonni, per chiunque lo conosce nulla che quadra su quanto siamo riusciti ad apprendere finora. Farmaci somministrati con la forza, farmaci tossici per il suo fegato malato in dosi esagerate.
Leggo l’autopsia ritirata adesso il 17 luglio 2009, nelle conclusioni “arresto cardiaco” non vi è menzionato neanche un segno di quelli delle percosse che abbiamo trovato e fotografato su Manuel all’obitorio, non è stato scritto che aveva il naso rotto, le dita rotte e forse il collo rotto, perché per avere tutto quel gonfiore sul viso e il collo non posso dedurre altro che avesse il collo spezzato, non si può basare un’autopsia, sui verbali dei suoi assassini, non c’è una lastra dell’ossatura di Manuel, so che aveva delle fratture precedenti alla detenzione, che sarebbero stati per me fondamentali nel riconoscimento, eppure viene menzionato solo tatuaggi, tossicodipendente, tossicodipendente, sempre e solo sottolineato tossicodipendente, Manuel non ha mai fatto uso di eroina o di metadone, a parte gli spinelli e qualche eccezione di cocaina, se questo me lo definiscono un tossicodipendente da uccidere non so con quale criterio si decide della vita e della morte delle persone, mi telefonano: suo figlio è deceduto, avendo ricevuto la lettera il giorno prima, la prima cosa che ho pensato: me l’avete ucciso, perché quella lettera per me parlava chiaro: "Mi ammazzano di botte, mi riempiono di psicofarmaci, quelli che riesco li sputo, se non li prendo mi ricattano", nessuno mi ha detto come è morto mio figlio, non c’è nulla che porta un incidente, lì è stato massacrato, qui bisogna accertare come mai tanti ragazzi muoiono ogni giorno nelle carceri, nel peggiore dei modi e delle torture: Federico, Niki, Riccardo, Marcello, ce ne sono un’infinità!
Nelle carceri, fuori dalle carceri, qui non si sta a vedere: era un poco di buono, l’hanno ammazzato e via! Qui ci ammazzano i ragazzi incensurati anche, con delle menzogne per giustificare, non si può giustificare un omicidio, qualsiasi sia il reato o la mancanza di qualsiasi persona non si ammazza la gente!".
Blog di Beppe Grillo
1 set 2009
Sesso e politica, nuova indagine su due ex assessori di Vendola
Bari la Repubblica.it
16 ago 2009
Rogo su collina Camaldoli a Napoli - Yahoo! Notizie
A Napoli intera famiglia in carcere
15 ago 2009
Napoli, 20enne morta e bimba grave Caccia aperta a un pirata della strada
Image by Zingaro. I am a gipsy too. via Flickr
Una ragazza rom di 20 anni è morta e la sua bimba di sei giorni è in prognosi riservata a Napoli: forse le ha investite un’auto pirata, ma le indagini sono in corso e l’unica certezza sono i loro corpi esanimi ritrovati questa mattina per strada, Circumvallazione esterna, a Napoli. Intorno alle 10.30 i carabinieri sono stati avvertiti da un passante e sono intervenuti: hanno trovato il corpo ormai senza vita di una ragazza rom di 20 anni, sul ciglio della strada, al di là del guard rail che costeggia la Circumvallazione esterna, al chilometro 1,2.
La sua bimba di appena sei giorni, sbalzata dalla carrozzina, era a cento metri di distanza, ancora viva, ma gravissima: l’hanno portata all’ospedale Santobono dove è ricoverata in prognosi riservata. È intervenuta la polizia municipale competente che ha avviato le indagini: «La donna - spiegano - era già morta, la bambina è in prognosi riservata, è stata sbalzata dalla carrozzina e ha fatto un volo di decine di metri. I corpi sono stati trovati sulla Circumvallazione esterna, al chilometro 1,2». Una strada a doppia corsia, vicino al carcere di Secondigliano, alle cui spalle c’è un campo nomadi. Da lì venivano la ragazza e sua figlia, ma «questa mattina - spiega la municipale di Napoli - i familiari non hanno saputo dirci niente, troppa l’emozione, erano sconvolti. Le indagini proseguono serrate, al momento non sappiamo nemmeno l’ora a cui possa essere avvenuto il fatto. Tra le ipotesi c’è quella di un investimento da parte di un’auto pirata ma è presto: le indagini sono in corso».
6 ago 2009
Da 15 anni senza luce né benzina Il «segreto» di un ingegnere di Ischia - Il Mattino
La trovata che gli consente di essere autosufficiente dal punto di vista energetico è un impianto innovativo che garantisce l'energia alla propria abitazione. Per gli spostamenti, invece, si serve di un' auto elettrica cui ha aggiunto dei pannelli solari.
«Sono pienamente autosufficiente sia dalla rete elettrica che dai petrolieri - spiega l'ingegnere - da 15 anni non ho l'energia elettrica, provvedendo con l'impianto ad energia fotovoltaica e con gli accumulatori. Negli ultimi anni ho anche, drasticamente, eliminato la necessità di approvvigionamento della fornitura di carburante utilizzando una macchina elettrica (che viene ricaricata anche con l'impianto fotovoltaico di casa, ndr). Il mio impianto - precisa l'ingegnere - è del tutto indipendente dal gestore di energia elettrica. In nessuna altra parte del mondo esiste un impianto del genere, da me progettato dopo anni di studio ed esperimenti. La sua particolarità è l'utilizzo di un ponte alimentato ad alta tensione da 300 volt continui a 220 volt alternata senza adoperare il comune trasformatore/elevatore, sia esso normale trasformatore a lamierino in silicio (o swithcing)».
«Il sistema da me adottato sulla vettura che utilizzo - aggiunge De Siano - fornisce completa autonomia per lo spostamento urbano e a media percorrenza, per quelli a lunga percorrenza sono già in fase di produzione veicoli commerciali e ad uso privato con batterie a litio che entreranno in vendita nei prossimi annì. E anche i costi - a sentire l'ingegnere - non sono improponibili per chi vuole abbracciare uno stile di vita alternativo: 'Il costo maggiore da sostenere - conclude l'Archimede dei nostri giorni - è quello per ottimi accumulatori per uso stazionario, ma un consumo di massa ridurrebbe ulteriormente il costo di questi accumulatori. Il costo complessivo di tutto l'impianto viene ammortizzato in 6/7 anni grazie all'azzeramento totale della bolletta per l'energia elettrica e all'azzeramento totale del combustibile da petrolio».
Il Mattino
28 mag 2009
Berlusconi: Idv rinuncia a mozione
Di Pietro: "Occorre informare il paese dell'attentato alla democrazia
e all'economia che sta portando avanti questo novello Nerone nostrano"
Antonio Di Pietro
L'Idv. "Solo per motivi tecnici verrà stoppata questa iniziativa - ha spiegato Barbato - mentre non si fermerà neanche per un minuto il nostro impegno a fianco dei cittadini per difendere i diritti dei cittadini e per contrastare le prevaricazioni, le prepotenze e l'arroganza di questo capo del governo e di questo suo schieramento. Noi stiamo facendo la vera opposizione in Parlamento, e fa bene Di Pietro ad alzare la voce e a dire che un premier non può permettersi di minacciare la libera informazione, al di là delle sue attività private di cui comunque un capo di governo deve dare sempre conto".
ANSA.it - TopNews
10 mag 2009
I misteri del papà di Noemi
E adesso si è tagliato anche il codino. Forse si è immedesimato nel ruolo di «amico», di «confidente», di «suggeritore» del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E, dunque, un look istituzionale è diventato d’obbligo. Benedetto Letizia, detto Elio, presidia la casa di Portici. Non c’è Noemi, l’oggetto dello scandalo, né Anna Palumbo, la moglie dalla quale anche formalmente voleva separarsi nel lontano 1997. E’ cordiale, risponde alle domande con cortesia. Anche se non dice nulla. E’ bravo, «il devotissimo», per dirla con Noemi, di Silvio Berlusconi. E’ uno di vecchio stampo, uno di quelli che non vede, non sente, non parla. Da una settimana sotto i riflettori, Elio non ha mai dato una briciola di notizia su di lui, sui suoi vecchi guai giudiziari, sulla sua amicizia con il presidente Berlusconi. Gioca di sponda, d’intesa con il presidente. Noemi aveva otto anni, quando papi Elio presentò l’istanza di separazione. Adesso, sembra acqua passata. In questi giorni di passione e di polemiche, lui è un padre premuroso, un marito perfetto che difende la famiglia. Il vero mistero di questa storia è la tempra di papi Elio.
Nel frullatore dell’informazione si è posto l’accento sui suoi guai giudiziari. Lui non si è mai difeso. E’ un mistero, questo. Fu arrestato, questo è sicuro, nel lontano 1993 per una storia di corruzione, di compravendita di licenze commerciali. In un Paese che sa tutto, non si riesce neppure a ricostruire la storia giudiziaria non di un Elio Letizia qualsiasi, ma dell’amico del presidente del Consiglio. Finì in carcere con il suo superiore, Giovanni De Vecchi, direttore dell’Ufficio Annona del Comune di Napoli. «Era lui, Benedetto Letizia, il dominus di quell’organizzazione criminale che aveva il controllo del mercato delle compravendite di licenze commerciali». Chi all’epoca lavorava alla Procura di Napoli ricorda bene quel «fascicolo», quella retata che diede poi vita ad altri arresti, compreso l’assessore all’Annona dell’epoca, Arcangelo Martino, ma che con l’«organizzazione Letizia» non aveva rapporti. In questi giorni, anche nel Palazzo di Giustizia, leggendo le cronache rosa, qualcuno ha cercato di capire che fine avesse fatto quell’inchiesta, quel processo.
Mistero. Adesso nei corridoi della Procura di Napoli quando ne parlano lo chiamano il «processo sfortunato»: «Deve essere stato condannato almeno in primo grado. Ma poi, in appello, ci deve essere stato una dichiarazione di nullità del decreto che disponeva il giudizio. Le carte potrebbero stare incredibilmente ancora al gip». Era lui, Elio Benedetto Letizia, il «dominus» dell’organizzazione criminale. Impiegato comunale, in questi anni ha subito tre sospensioni dal lavoro. Solo nel 2007 è stato riammesso a palazzo San Giacomo. Chi ha spulciato le sue dichiarazioni dei redditi, come «Italia Oggi», ha scoperto che nel 2005 Elio Letizia dichiarò 12.376 euro di reddito. E però si è scoperto che è socio di una profumeria-tabaccheria dal 1995, gli anni delle vicissitudini giudiziarie, e la moglie gestisce una edicola-cartoleria. Noemi, invece, ha già un appartamento intestato a lei. E che dire del Letizia politico navigato? Che addirittura dà indicazioni al premier Berlusconi di candidare alle Europee l’ex questore di Napoli, Franco Malvano, e Fulvio Martusciello, storico parlamentare e promotore di Forza Italia a Napoli (insieme al fratello Antonio).
Neppure Elio se l’è sentita di confermare la storiella di Silvio Berlusconi. Malvano ha fatto sapere di non averlo mai conosciuto; Martusciello ricorda di averlo conosciuto nella lontana campagna elettorale del 2000 nel quartiere di Secondigliano. Ma che poi ha perso le sue tracce. Del resto ha aspettato il comunicato di Palazzo Chigi per confermare che lui non è mai stato l’autista di Bettino Craxi, così come aveva raccontato subito Berlusconi. Sul suo passato politico, dichiaratamente socialista, nessun napoletano della stagione che fu ne ha ricordi. Neppure in casa socialdemocratica. E adesso che addirittura avrebbe questo ruolo di «suggeritore» in Forza Italia-Partito delle libertà, i leader locali del partito del premier fanno spallucce. Sì, Elio Benedetto Letizia è proprio un signor «Nessuno». Forse qualcuno lo conosce a Secondigliano, il quartiere di Napoli nel quale ha vissuto fino a due anni fa, quando poi la famiglia Letizia si è trasferita a Portici, comune alle porte di Napoli. E come su tutti i signor «Nessuno», non avendo un passato da ricordare, adesso girano storielle che non meritano neppure di essere raccontare. Ma la domanda rimane senza risposta: come e perché conobbe Berlusconi?
I misteri del papà di Noemi - LASTAMPA.it
25 apr 2009
Napoli, Ucciso Candidato Alle Provinciali Dell'Udc - Yahoo! Notizie
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Napoli, 23 apr. (Adnkronos/Ign) - Una mano che emerge dalla sabbia, un cadavere crivellato di proiettili. E' di Giuseppe Landi, 46 anni, candidato alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale di Napoli per l'Udc, il cadavere ritrovato a Licola Mare, nel giuglianese (Napoli).A riportare alla luce il corpo è stato il maltempo. Un passante ha rinvenuto il cadavere ed ha dato l'allarme.
La vittima gestiva anche un centro medico a Villaricca nel giuglianese. I familiari ne avevano denunciato ieri la scomparsa.
Con il ritrovamento del cadavere di Giuseppe Landi sale a 27 il numero delle persone uccise nel napoletano dall'inizio dell'anno. Sono già sei gli omicidi ad aprile.
Napoli, Ucciso Candidato Alle Provinciali Dell'Udc - Yahoo! Notizie
12 apr 2009
Sgarbi: "Stop randagismo, ma non dimentichiamo i barboni"
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ATTUALITÀ | Napoli – In occasione di una breve escursione a Napoli per motivi di lavoro Vittorio Sgarbi, accompagnato dal suo promoter Salvo Nugnes, parla di una prossima iniziativa rivolta al sociale che ha in cantiere: "Sono convinto che coltivare l'attenzione per gli animali consenta di sviluppare anche quella nei confronti dell'uomo." Con questa affermazione e la determinazione per cui è conosciuto, il noto critico d'arte annuncia l'avvio di una grande campagna di sensibilizzazione contro il randagismo ed i maltrattamenti. Iniziativa che parte da Salemi, città siciliana di cui Sgarbi è sindaco e , manco a dirlo la Sicilia proprio in questi giorni è rimbalzata agli onori della cronaca per la tragica morte di un bambino sbranato da un branco di cani randagi. "L'attenzione per gli animali, il rispetto della natura sono segnali positivi e rappresentano un indice di civiltà - analizza Sgarbi -, anche se non sopporto le esagerazioni, in quanto non ci si può preoccupare di riscaldare i canili e dimenticarsi invece dei clochard che muoiono di freddo nelle nostre città. In sostanza - conclude Sgarbi - condivido e sostengo le attenzioni per gli animali, ma l'essere umano deve essere sempre al primo posto. Abbiamo pensato, pertanto, di impostare due campagne, la prima contro il randagismo e una contro i maltrattamenti e, per la seconda, c'è anche uno slogan " Un diavolo per padrone". In una terra dove, proprio perché ci sono tanti problemi da risolvere - continua il suo promoter Salvo Nugnes - si finisce spesso per non affrontarne nessuno, credo che questo progetto che Sgarbi vuole portare a termine possa rappresentare una svolta positiva su questa dannosa problematica . Sono certo che le sue azioni, la sua capacità di coinvolgere imprenditori e artisti, il suo essere personaggio così discusso, non potranno che essere d'aiuto nel tentare di risolvere un problema così diffuso ma nel contempo così dimenticato".Fonte : comunicato stampa
Napoli | ATTUALITÀ | Sgarbi: "Stop randagismo, ma non dimentichiamo i barboni"
10 apr 2009
Untitled Post
I found this fascinating quote today:
Roma - La crisi economica è diventata un’occasione d’oro per la mafia italiana, che dispone di una vasta liquidità economica e che ha cominciato a comprare aziende in difficoltà e ad assumere persone disoccupate, avvertono gli esperti.Apr 2009
You should read the whole article.
7 apr 2009
3 apr 2009
Pino Daniele: nessun live a Napoli
Image via Wikipedia
E’ uscito solo da pochi giorni sul mercato il nuovo progetto musicale di Pino Daniele intitolato ‘Electic Jam’. I fan, che si sono deliziati con la reunion portata sul palco ed in studio con l’album ‘Ricomincio da 30’, attendevano un nuovo disco di inediti nel pieno stile del bluesman napoletano da ormai due anni.Sono stati accontentati non solo per l’ottima qualità della musica, che era fuori discussione ma anche per le innumerevoli sorprese che il cantautore ha riservato loro. ‘Electric Jam’, infatti, ha visto Pino Daniele lavorare a stretto contatto con il rapper J-Ax che ha collaborato alla stesura del brano ‘Il sole dentro di me’, primo singolo in programmazione ed è stato distribuito al prezzo economico di 9,90 €.
Stesse caratteristiche di prezzo ed originalità avrà anche la seconda parte del progetto musicale che sfocerà nella pubblicazione di un altro album in uscita a Novembre prossimo. In attesa di partire con il tour, la cui prima data sarà quella del 19 Aprile ad Udine, Pino Daniele è impegnato in queste sere e lo sarà fino al 2 Aprile, in una serie di concerti di apertura presso il tempio del blues di Milano, il Blue Note.
Eppure, tra le date della prima parte della tournèe non figura una sola serata nella città partenopea che ha dato i natali al cantautore e che lo ha sempre accolto con affetto immenso. Una scelta dettata forse da logiche geografiche e di spostamento ma che si tramuta in una mancanza di attenzione che i fan napoletani non potranno certo non percepire.
Speriamo che Pino Daniele recuperi con l’organizzazione di un grande concerto che permetta ai suoi estimatori di godersi la magia delle sue vecchie canzoni e la bellezza esplosiva dei brani inediti in una delle splendide cornici che Napoli è pronta ad offrire al suo cantastorie preferito.
Electric Jam Tour
19 aprile, Teatro Carlo Felice, Genova
27 aprile, Pala Carnera, Udine
29 aprile, Teatro Colosseo, Torino
2 maggio, Palais, Saint Vincent (AO)
5 maggio, Saschall, Firenze
7 maggio, Teatro Dell’Aquila, Fermo
12 maggio, Teatro Carisport, Cesena (FC)
14 maggio, Volkshaus, Zurigo
19 maggio, Teatro Creberg, Bergamo
21 maggio, Theaterfabrik, Monaco
(Vincenza Iovinella)
Sorgente
Comunicati stampa gratuiti by Versiliainrete
Pino Daniele: nessun live a Napoli
1 apr 2009
Alluminio nei vasetti di pappa sequestri anche in provincia di Avellino
il Mattino
31 mar 2009
Napoli, passa l'incrocio con il rosso il vigile lo multa, lui tenta di strangolarlo
Il Mattino
28 mar 2009
Il prefetto che non sa (!?) ma stra-parla
Camorra a Parma, il prefetto: “Da Saviano solo sparate”.
di Maria Chiara Perri
(Giornalista)
da Repubblica.it del 27 marzo 2009
Il rappresentante del governo attacca lo scrittore che in diretta televisiva parla degli affari dei Casalesi a Parma. La città al centro delle inchieste del magistrato Raffaele Cantone, dove si è registrata la prima condanna in primo grado per associazione di stampo camorristico nel nord Italia. Nei giorni in cui si costituisce l’associazione Libera e il Pd presenta due interrogazioni sulle infiltrazioni mafiose fatte al ministero dell’Interno.
Titoli shock scorrono sul teleschermo. Roberto Saviano con enfasi pacata ne sottolinea la volontà, ancor prima di mistificare, di riflettere e consolidare la mentalità criminale che divora una terra.
Incolla al teleschermo, mercoledì sera, 4 milioni e mezzo di telespettatori.
Parla anche di Parma, per tre volte, per esemplificare come i tentacoli della camorra abbraccino anche le realtà apparentemente più periferiche del nord Italia.
Due giorni dopo un quotidiano locale, Informazione di Parma, pubblica un’intervista al prefetto Paolo Scarpis. Titolo? “Camorra a Parma? Solo ‘sparate’”.
Un’affermazione che il rappresentante del governo non precisa e non ridimensiona, che consola una città dove nel frattempo sta nascendo l’associazione Libera e le due parlamentari del Pd, Albertina Soliani e Carmen Motta, presentano due interrogazioni sulle infiltrazioni mafiose nel nord Italia fatte al ministro dell’Interno.
Saviano ha citato la città ducale per gli interessi, già raccontati anche da un’inchiesta dell’Espresso, di quel Pasquale Zagaria che insieme al fratello Michele le mise occhi e mani addosso nel campo dell’edilizia.
Ha parlato di come la patria di Maria Luigia, oltre a Milano, sia terra in cui le attività dei criminali si intrecciano con quelle di imprenditori e forse anche politici.
Persino durante il sequestro del piccolo Tommaso Onofri, la camorra si è occupata di Parma: i boss lanciarono sulle colonne di un quotidiano partenopeo una sorta di accorato appello ai rapitori: liberatelo e faremo in modo che non vi succeda niente, fategli del male e ve la faremo pagare.
Tutto questo ha raccontato Saviano nel corso delle tre ore in diretta televisiva, che oggi vengono smontate dal rappresentante del governo.
“Sono ‘sparate’ di una persona che sta a 800 chilometri di distanza, che ha visto Parma di passaggio – si legge nell’intervista pubblicata dall’Informazione di Parma – Durante una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica avevo chiesto al procuratore ella Repubblica un resoconto di eventuali posizioni aperte nel parmense sentendo anche la Dda di Bologna e la Dia di Firenze: la risposta è stata “non ci sono indagini di questo tipo”. Il tentativo di allarmismo è quindi del tutto fuori luogo e se qualcuno è così convinto di saperne di più dei professionisti del settore, che si faccia avanti facendo nomi e cognomi”.
C’è una cosa che forse Saviano teme più delle minacce che lo costringono a una vita da recluso. Quella di essere delegittimato. Che le accuse di “scrivere favole” che gli rivolgono tanti conterranei possano attecchire e vanificare l’opera di denuncia che tanto gli è costata.
Ai microfoni di Tv Parma, il prefetto Scarpis precisa che in città ci sono realtà di criminalità organizzata, cioè messa in opera da più di due persone, ma non infiltrazioni di stampo mafioso, che presuppongono il controllo del territorio tramite infiltrazioni negli organi che lo governano: non gli risultano indagini di alcun tipo che riguardino mafia, camorra e n’drangheta.
Eppure, l’assalto della camorra sulla città tramite un patto del cemento tra imprenditori del nord e i casalesi, in cui non mancarono contatti con la politica locale, è stato oggetto anche di una recente conferenza di Raffaele Cantone, magistrato che coordinò le indagini su Pasquale Zagaria e scoperchiò gli interessi di Gomorra sulla città ducale.
Parlò di affari da otto milioni di euro, delle capacità imprenditoriali di Zagaria, di una delle più grosse società immobiliari di Parma confiscata, e della prima condanna per associazione camorristica del centro-nord. Una condanna in primo grado per una immobiliare locale.
E anche di un incontro in un albergo romano con un politico, che poi ammetterà di non sapere chi fosse quell’uomo.
Pochi giorni fa la polizia ha arrestato a Colorno, “Michè lo Svizzero”.
E’ Ciro Dell’Ermo, del clan degli Orefice, residente nel parmense con obbligo di firma.
Lo scorso giugno approfittò di un permesso di cinque giorni per tornare ad Acerra e tentare un’estorsione da 100.000 euro ai danni di un imprenditore edile.
I sindacati emiliani dell’edilizia hanno chiesto di estendere l’obbligo delle certificazioni antimafia a tutte le attività, perché “è noto l’intresse di mafia, camorra e n’drangheta per gli appalti di opere pubbliche e private. La presenza della criminalità organizzata è documentata soprattutto a Parma, Reggio Emilia e Modena”.
E sulla ‘ndrangheta c’è anche l’ultima relazione della Dia in cui si parla delle infiltrazioni dei clan calabresi nel territorio provinciale.
La società civile si sta organizzando per costituire nella città ducale l’associazione di Don Ciotti. Una prima riunione c’è stata e vede in prima fila il pastore metodista Giuseppe La Pietra, già responsabile di Libera in Abruzzo. Diverse le realtà locali coinvolte, tra cui l’Agesci, l’Arco e il coordinamento Libera Emilia Romagna.
In questo contesto “Camorra a Parma? Solo sparate” non sfigurerebbe nella collezione dei titoli di Saviano mandati in onda l’altra sera.
UGUALE PER TUTTI: Il prefetto che non sa (!?) ma stra-parla
22 mar 2009
SCHIANTO IN VIA CINTHIA, MOTOCICLISTA FINISCE SOTTO L’AUTOBUS
21 mar 2009
Mafie, Duomo di Napoli gremito per veglia di 'Libera'
Napoli, 20 mar. (Apcom) - La cattedrale di Napoli era gremita e, in più occasioni, sono partiti applausi in ricordo delle vittime innocenti di mafia e camorra. È durata circa due ore la veglia presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano, e concelebrata con altri sacerdoti tra cui don Luigi Ciotti, 'anima' dell'associazione Libera. "Questa chiesa affollata testimonia che noi non ci arrendiamo - ha detto Sepe dall'altare - e che chi è stato ucciso continua a vivere, siamo qui riuniti per fare memoria e per non dimenticare. Ai colpevoli - ha proseguito il cardinale - dico convertitevi perchè verrà il giorno del giudizio universale". Tra i banchi tante persone comuni, ma anche i parenti di cinquecento vittime innocenti uccise dalla criminalità organizzata. Nomi che sono stati scanditi ad uno ad uno prima dell'inizio della celebrazione. In prima fila il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, il segretario del Pd, Dario Franceschini, il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, il segretario regionale del Partito democratico, Tino Iannuzzi, e altri parlamentari campani. Ma anche rappresentanti del sindacato e numerosi giovani, soprattuto scout che, ai piedi dell'altare, hanno ascoltato seduti a terra e con lunghi striscioni le parole pronunciate durante la veglia. Momenti di commozione, anche, da parte dell'arcivescovo di Napoli quando il padre di don Peppino Diana, il sacerdote trucidato dalla camorra a Casal di Principe 15 anni fa, ha consegnato la stola del figlio al cardinale Sepe. Applausi scroscianti per ricordare un prete che è stato ucciso dalla camorra proprio nella sua parrocchia. "Ti ringrazio - ha detto don Ciotti rivolgendosi al cardinale Sepe - perchè ci siamo sentiti accolti in questa chiesa. C'è sempre tanta, tanta fatica ma anche tanta speranza in ognuno di noi ogni giorno. Ogni volta che guardiamo negli occhi chi ha perso i propri cari è dura, ma dobbiamo 'salire sui tetti ad annunciare parole di vita' così come diceva don Peppino Diana". Ma don Ciotti ha anche avuto parole per Napoli che domani ospiterà la manifestazione nazionale in memoria delle vittime delle mafie promossa proprio da Libera. "Napoli è una città forte e amara, con tanti problemi ma generosa e coraggiosa e non saranno pochi gruppi criminali a metterla in ginocchio. Diamoci da fare tutti insieme. E cerchiamo di ricevere una 'pedata' da qualcuno che è in alto. Forse - ha concluso don Ciotti - San Gennaro ci può essere di aiuto...". E di Napoli ha anche parlato il primo cittadino partenopeo Rosa russo Iervolino che ha auspicato che il lungomare di Napoli, sul quale domani sfileranno migliaia di persone diventi "per sempre un emblema della volontà di questa città ad essere civile. Una città che rifiuti la sopraffazione e che stia dalla parte della giustizia e della legalità. La camorra - ha detto ai giornalisti il sindaco - è frutto di violenza, ma prolifera in un mondo dove miseria e povertà sono purtroppo ampie, se fossimo a Trento o a Trieste la situazione sarebbe molto più facile. Non è che i napoletani sono più malavitosi di altre popolazioni ci sono qui - ha concluso - situazioni più povere e più disperate
APCOM
15 mar 2009
Narcotraffico tra Colombia-Italia: 12 arresti Il capo si nascondeva a Scampia
A finire in manette con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti sono stati 8 colombiani e 4 italiani. Alcuni degli stranieri sono stati arrestati in Spagna con il supporto delle autorità locali. Napoli e Roma erano le basi dello smistamento dell'ingente quantità di cocaina proveniente dalla Colombia. Sequestrati oltre 70 Kg
di cocaina purissima.
Si nascondeva a Scampia nel cuore del quartiere napoletano di Secondigliano, una delle più grandi piazze di spaccio d'Italia, Manrique Sanchez Josè Ismael, colombiano di 34 anni e ritenuto dai carabinieri il capo del sodalizio criminale che importava cocaina dalla Colombia.
In totale sono stati 12 i provvedimenti di custodia cautelare in carcere spiccati, su ordine del gip di Roma, nei confronti di otto cittadini colombiani e quattro italiani, un romano e tre napoletani. Altre due persone, un italiano e un messicano, sono stati sottoposti all'obbligo di firma mentre altre sette risultano indagate a piede libero.
Degli arrestati l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L'operazione denominata «Puma 2007», nome scelto perché sui panetti di droga i narcotrafficanti riproducevano un noto marchio di abbigliamento, è durata circa un anno ed ha portato al sequestro di 70 chili di cocaina purissima. La droga arrivava a Roma e Napoli via Spagna e i trafficanti utilizzavano delle comuni società di spedizioni.
Il Mattino
7 mar 2009
Napoli, aggressione razzista: picchiato studente italo-etiope a piazza del Gesù - Il Mattino
Il padre di Marco è un noto docente universitario. Si tratta di Yakob Beyene, professore in pensione ma legato ancora all'Orientale da un contratto di collaborazione. Beyene insegna Filologia etiopica. La famiglia del giovane vive a Capaccio."
6 mar 2009
Scoperto il viagra naturale: è il gas delle solfatare - Sesso
Sesso/ Scoperto il viagra naturale: è il gas delle solfatare
L'acido solfidrico (H2S), un gas comune nei dintorni delle solfatare e prodotto anche dall'organismo umano, sarebbe in grado di aiutare gli uomini con problemi di erezione. La scoperta effettuata tutta in Italia potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci contro l'impotenza. Merito della scoperta un gruppo di ricercatori dell'Universita' Federico II di Napoli guidati da Giuseppe Cirino, preside della facoltà di farmacia e da Vincenzo Mirone direttore della clinica urologica dell'ateneo napoletano che è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of the Sciences (PNAS).
L'acido solfidrico (H2S) e' stato per molto tempo considerato come un gas tossico o come un agente inquinante presente nell'atmosfera. Solo di recente, invece sono state descritte le proprietà farmacologiche di questa molecola che puòessere considerata il terzo mediatore gassoso fino ad ora individuato. "Al momento - ha spiegato Cirino - esistono evidenze sperimentali che dimostrano che l' H2S è coinvolto come mediatore nel sistema cardiovascolare ed anche nell'infiammazione.
La vasodilatazione indotta dall'H2S e' mediata da un meccanismo che coinvolge sia la muscolatura liscia che l'endotelio vascolare, ed in particolare l'enzima CSE". La scoperta riportata su PNAS dimostra che il gas idrogeno solforato e' coinvolto come mediatore nei meccanismi alla base dell'erezione del pene nell'uomo. I ricercatori hanno provato questa molecola sia su tessuti umani che su cavie animali (ratti) riuscendo ad ottenere risultati interessanti. "Quando abbiamo somministrato attraverso una iniezione il gas nei tessuti cavernosi dei peni delle cavie abbiamo ottenuto una erezione, mentre nei campioni di tessuto umano in provetta abbiamo avuto una vasodilatazione del tutto identica a quella che avviene quando e' in corso una erezione", ha spiegato Cirino
Napoliaffari
3 mar 2009
Proiezione del film "Il sogno nel casello"
La proiezione avverrà il giorno
Mercoledì 11 Marzo alle ore 10.00 presso il Cinema Filangeri di Napoli
A seguire si svolgerà la conferenza stampa alla quale interverranno gli attori Pietro Pignatelli e Clotilde Sabotino ed il regista Bruno De Paola
'Il sogno nel casello ' è una piccola commedia di quartiere nella classica tradizione Napoletana
E' ambientata in un condominio, dove i caratteri degli inquilini sono ben definiti nel loro essere simpatici e scherzosi
E' una commedia umoristica dal sapore goliardico che evita le volgarità e dove il gioco degli equivoci è il filo conduttore di tutto il film.
Un cast tutto partenopeo, con alcuni attori noti al pubblico televisivo grazie alla partecipazione nella fortunata serie 'Un posto al sole'.
Scritto e diretto dal regista, Bruno di Paola."
Napoli | CINEMA | Proiezione del film "Il sogno nel casello":
1 mar 2009
Napoli, assalto al pulmino dell'Air One Rapinati piloti, hostess e steward
Napoli, assalto al pulmino dell'Air One
Rapinati piloti, hostess e steward
L'equipaggio era diretto a Capodichino. Sono partiti comunque per Malpensa, anche se in ritardo
NAPOLI - Una rapina in stile Far West, con assalto al pulmino che portava in aeroporto un equipaggio della compagnia aerea Air One. E' accaduto questa mattina a Napoli: una banda di rapinatori armati e mascherati ha bloccato il mezzo a bordo del quale viaggiavano sei dipendenti della compagnia, che dal centro della città dovevano raggiungere l'aeroporto di Capodichino. Il «fuori programma» ha anche fatto slittare di circa 40 minuti la partenza del volo per Malpensa, a bordo del quale lo staff Air One doveva lavorare.
OROLOGI E BRACCIALI - I rapinatori erano in quattro, con il volto coperto da caschi e sciarpe. L'assalto poco dopo le 6 del mattino, in piazza di Vittorio. Uno dei rapinatori era anche armato di pistola. Orologi, anche Cartier, il bottino: i rapinatori hanno portato via ad un membro dello staff un orologio Cartier del valore di 4mila euro, ad un altro un bracciale ed un orologio Cartier, assicurati, del valore complessivo di 12mila euro. Non è la prima volta che equipaggi di compagnie aeree, a Napoli, vengono rapinati durante il tragitto che li conduce allo scalo partenopeo. Lo staff dell'Air One, pur di non creare disagi, ha deciso, comunque, di partire, in servizio, per Milano.
01 marzo 2009
Corriere della Sera
26 feb 2009
Ultime da Bagnoli: la colmata resta
Una colmata di 220 mila metri quadrati costituita da un milione e 240 mila metri cubi di materiali da riempimento composti prevalentemente da pozzolana mista a scorie di lavorazione siderurgica che il governo Prodi, sulla spinta dell´ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, aveva destinato all´ampliamento del porto di Piombino. Un´intesa che il sindaco Rosa Russo Iervolino aveva firmato il 21 dicembre del 2007 assieme a Pecoraro e ad altri due ex ministri, Pierluigi Bersani e Fabio Mussi.
Salta tutto, compreso il porto canale, per il quale va ora cercata una diversa collocazione. E saltano anche gli "studios" cinematografici a Bagnoli perché, rivela sempre il vicesindaco Santangelo, «l´assessore regionale Claudio Velardi ha spostato i fondi su altri capitoli di spesa». Venti milioni promessi dall´ex assessore Marco Di Lello che aveva anche firmato un Protocollo di intesa.
Ma l´assessore Velardi replica: «Durante la precedente gestione la Regione aveva individuato i venti milioni, ma dopo il Protocollo con Bagnolifutura doveva seguire il concreto impegno delle risorse. Valutato il progetto Studios non si è ritenuto opportuno dargli corso con i fondi messi a disposizione del turismo e dei beni culturali, perché abbiamo preferito dare spazio a progetti di riqualificazione, valorizzazione e fruizione di attrattori culturali e naturali in grado di creare una reale ricaduta turistico-economico sul territorio».
Bagnoli anno zero. Al punto che i consiglieri di An Carlo Lamura e Luciano Schifone chiedono a questo punto di sciogliere la Società di trasformazione urbana Bagnolifutura presieduta dall´ex vicesindaco Rocco Papa. Bordate anche dalle Assise di Bagnoli: «I volumi residenziali previsti aumenteranno di 225 mila metri cubi, pari a 700 nuovi alloggi. Il Forum delle Culture 2013 diventerà così la copertura per erodere il parco e utilizzare la colmata come terrazza per gli eventi in barba alla legge 582 del 1997 che ne impone la rimozione».
la Repubblica.it
25 feb 2009
NAPOLI: SQUADRA CONTESTATA
Image by Wurz via Flickr
AGI News On - NAPOLI: SQUADRA CONTESTATA
24 feb 2009
Bagnoli, retromarcia della Regione Bassolino: «Gli Studios si faranno»
«Nei mesi scorsi - ha proseguito Bassolino - c'era stato uno spostamento di risorse verso attrattori per il turismo, più coerenti con le finalità dello sviluppo di questo comparto così importante. Uno spostamento dettato anche dalle urgenze della crisi che aveva investito il settore. Lerisorse erano state indirizzate infatti verso il turismo congressuale alla Mostra d'Oltremare, verso un museo della musica a Napoli e altre attività di questo tipo».
«Ma gli Studios erano e sono un fatto importante per Bagnoli, per la città di Napoli e per la Campania nel suo insieme - ha aggiunto - Per questo stamattina ho parlato con Velardi, con Cozzolino e con il vicesindaco Santangelo. I 20 milioni di euro necessari li riprogrammiamo subito, con la piena intesa di presidenza, assessorato alle Attività Produttive e assessorato al Turismo».
«Assieme faremo in modo che i cantieri che sono pronti aprano al più presto», ha concluso Bassolino in un'intervista al circuito Lunaset.
Il Mattino
20 feb 2009
Lettera di invito a presentare le dimissioni da inviare a silvio
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le scrivo per invitarla a rassegnare in via immediata le Dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri, e portare quindi il Paese a nuove elezioni. Ieri, l'ennesima goccia. L'avvocato Mills è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per Corruzione in Atti Giudiziari. Corruzione. E' stato Corrotto. Con 600 mila dollari. Entro 90 giorni capiremo meglio la sua posizione, caro Presidente. Per ora sappiamo che la sua Fininvest/Mediaset, ha sborsato questo denaro all'avvocato inglese perché "affermasse il falso o tacesse" nei processi "All Iberian" e "Guardia di Finanza", che la vedevano imputato per corruzione, falso in bilancio e finanziamento illecito. Perché quindi lei ne traesse vantaggio, ne uscisse pulito nel modo più meschino possibile: importa relativamente poco se la mazzetta intascata da Mills sia emersa dal suo portafoglio, o dal Previti di turno. Inoltre, e ciò aggrava il quadro generale, lei ha deriso ed umiliato la Costituzione Italiana mediante il Lodo Alfano, estrapolandosi dal sistema legislativo nazionale e fuggendo dall'esito di questo ed altri processi, passati e futuri. Fuggendo da una quasi certa Condanna di Colpevolezza. Condotta che lei persegue da tempo, con altri "bunker" dichiarati incostituzionali, con l'infinita serie di depenalizzazioni ad hoc, di riduzioni dei termini per la prescrizione, di mutazioni dell'ordinamento ad immagine e somiglianza delle sue esigenze giudiziarie. Nemmeno il giudizio della Consulta sull'ovvia incostituzionalità del Lodo la spaventa: qualora i muri del Bunker Alfano crollassero, solo un processo nuovo di zecca, lungo, macchinoso e che finirà in prescrizione matematica, potrà giudicarla per il reato di Corruzione/Mills.Feb 2009
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18 feb 2009
Napoli affari
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MILANO - L’avvocato inglese David Mills è stato condannato a 4 anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari dai giudici del Tribunale di Milano.Napoli affari, Feb 2009
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8 feb 2009
Un TAGlio e via « TerradiConfine
I fatti sono due. Quello reale e quello virtuale; quello serio e importante, e quello futile e mediatico.
Partiamo con quello reale, serio, importante. Retata anticamorra a Torre del Greco; gli studenti del liceo classico situato di fronte alla caserma dei carabinieri protagonisti dell’episodio interrompono le lezioni, si affacciano alla finestra, e dedicano a quei carabinieri un applauso lungo dieci minuti, mentre sotto i loro occhi sfilano i quindici arrestati. LaRepubblica dedica, sul suo sito internet, un ampio spazio all’episodio, allegando all’articolo un bel reportage fotografico. È un segnale di speranza, si legge, che i giovani abitanti della “terra di Gomorra” mostrino così, a viso aperto ed in modo spontaneo, la loro riluttanza e la loro avversione al sistema-camorra che attanaglia il nostro territorio. E lo si legge tra le righe, nell’articolo de LaRepubblica; lo si legge nei commenti dei lettori; lo si legge su Facebook.
E veniamo al fatto virtuale, futile e mediatico.
Breve premessa per i neofiti: su Facebook, nuova frontiera della comunicazione, proliferano i gruppi di utenti che s’incontrano, virtualmente, s’intende, attorno ad una comune passione, ad un interesse, al piatto preferito, al credo religioso, alla star di Hollywood; di Facebook, tra l’altro, fanno sempre più largo uso autorevoli personalità del mondo politico per raccogliere consensi, sentirsi vicini alla gente, far circolare notizie, trovare nuovi e più ampi spazi di propaganda; non mancano, su Facebook, iniziative promosse da utenti singoli o dai suddetti gruppi, per raccogliere adesioni -sempre virtuali, eh!- attorno a progetti, campagne di informazione, cose così. Uno strumento utile, se usato bene. Se usato, appunto, come mezzo e non come fine.
Premesso ciò, il fatto. Circola su Facebook la notizia della “pubblicazione” di un “gruppo” di solidarietà agli studenti di Torre del Greco. L’iniziativa è “taggarsi” accanto a loro, nella foto pubblicata da LaRepubblica, “per risultare anche tu al fianco degli studenti anticamorra di Torre del Greco!” Per la cronaca, “taggarsi” vuol dire inserire il proprio nome tra quelli dei protagonisti della foto in questione. Un gesto simbolico, certo. Un modo per far girare la notizia, certo.
L’iniziativa, dal titolo eloquente “Dai un TAGlio alla Camorra”, è promossa e pubblicizzata dal Presidente del Consiglio Comunale di Napoli Leonardo Impegno. Eccolo qua, l’uso di Facebook secondo le menti illuminate della politica nostrana. Per vincere la Camorra, un gruppo su un sito internet, e passa la paura. Da parte di un’istituzione che, forse, dovrebbe spenderle nella vita reale, le sue energie. Non risulta che i boss della “terra di Gomorra” abbiano fatto uso del web, per reclutare proseliti o sporcarsi le mani di sangue. Però è sulla rete che bisogna combatterli.
Si potrà obiettare che un’iniziativa del genere è un modo per “sensibilizzare” una platea vasta come quella che fa uso di internet. A me pare piuttosto che la mania di divulgare notizie ed informazioni, in modo talvolta marcatamente populista, non faccia altro che rendere inflazionati quei problemi che avrebbero bisogno di una risoluzione reale e concreta. Lo strumento mediatico è importante, purché sia veicolo di iniziative materiali. Se il signor Impegno volesse promuovere una manifestazione fisica contro la Camorra, troverebbe negli studenti campani, ed in larga parte della popolazione, un appoggio più che valido. Forse, però, un centinaio di iscritti al gruppo su Facebook basteranno a sancire l’ottimo risultato dell’iniziativa presidenziale. Impegno più che sufficiente.
giulia
TerradiConfine
4 feb 2009
Sbarramento al 4% è legge.
Martedì sera la Camera ha approvato con 517 voti favorevoli, tre astenuti e 22 contrari la riforma della legge elettorale per le europee. Hanno votato a favore tutti i partiti tranne Mpa e radicali. Ora il provvedimento passa al Senato. Subito dopo il voto, Veltroni a Montecitorio ha incontrato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, e il coordinatore di Forza Italia, Denis Verdini. Dopo aver stretto loro la mano, Veltroni ha detto: «Almeno siamo riusciti a fare una cosa insieme in questa legislatura».
PROTESTE - In precedenza proteste, polemiche e lancio di volantini avevano agitato l'Aula quando Montecitorio aveva approvato l'emendamento che conteneva lo sbarramento del 4% con 487 sì, 29 no e sei astenuti. La seduta della Camera, iniziata nel primo pomeriggio, era stata sospesa poco dopo (e poi ripresa) per la protesta di un gruppo di ex parlamentari che, dalla tribuna loro riservata, hanno lanciato volantini ... gridando «democrazia, democrazia» e «libertà, libertà», contro l’intesa Pd-Pdl sulla riforma elettorale per le europee. Ancora prima della seduta, infatti, il gruppo del Partito democratico di Montecitorio ha votato a favore dell'accordo con la maggioranza proprio sulla soglia di sbarramento al 4% che espone i "piccoli" al pericolo di scomparire anche dall'Europarlamento. Gli ex parlamentari (tra loro Bobo Craxi, Paolo Cento, Mauro Del Bue, Riccardo Nencini, Loredana De Petris e Grazia Francescato) sono arrivati nella tribuna loro riservata all'inizio della seduta, e hanno iniziato a protestare, lanciando volantini che sono piovuti copiosamente letteralmente sulla testa del presidente Gianfranco Fini che ha subito ordinato la loro espulsione. I volantini raffigurano Berlusconi nei panni di Totò con una mazzetta di soldi in mano e la scritta: «Legge Truffa '09. regia di Veltrusconi». A quel punto il presidente della Camera ha sospeso i lavori dell'Assemblea. In mattinata i "piccoli" avevano manifestato anche al Quirinale contro la proposta di modifica della legge elettorale per le europee.
«LA FRAMMENTAZIONE È UN DISVALORE» - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto a chi invocava il suo intervento per fermare l’introduzione dello sbarramento al 4% limitandosi a «osservare», in una lettera trasmessa ai componenti del Comitato per la democrazia, «che l’introduzione di una soglia di sbarramento è presente nella legge elettorale nazionale fin dal 1993 e in leggi elettorali europee di molti Paesi e che un'eccessiva frammentazione della rappresentanza politica può in linea generale costituire un disvalore al pari di una sua eccessiva compressione, che possa sacrificare significative, essenziali espressioni del pluralismo politico».
SÌ DEL PD SENZA D'ALEMA - Ai "piccoli" non piace il sì del Pd all'accordo con la maggioranza. Un via libera non unanime, in realtà quello dell'assemblea del Pd: al voto non ha partecipato Massimo D’Alema, che ha lasciato l'assemblea del gruppo a più di un’ora dalla fine. «Non sono intervenuto e vado via perché ho un impegno», ha detto l'ex ministro interpellato dai cronisti. Hanno votato "no" Arturo Parisi e altri tre deputati «ulivisti» della sua area (Mario Barbi, Antonello La Forgia e Fausto Recchi). E si sono astenuti Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini.
L'«AMAREZZA» DI VELTRONI - Pur soddisfatto per l'esito della votazione, il leader dei democratici non ha nascosto un certo rammarico per le perplessità espresse circa la modifica della legge elettorale da alcuni esponenti del Pd. «Ho provato una certa amarezza nel leggere in questi giorni posizioni e dichiarazioni inaspettate»: così il segretario del Partito democratico ha iniziato il suo intervento - come riferisce chi era presente alla riunione - a chiusura della lunga assemblea del gruppo democratico alla Camera. Il leader dei democratici si riferisce alle interviste di questi giorni di vari esponenti del Pd, come Enrico Letta, Pierluigi Bersani e anche Massimo D'Alema, che hanno espresso le loro perplessità sull'accordo. Poi, una stilettata diretta, ma senza farne il nome, proprio a D'Alema: «Mi chiedo come si fa a sostenere l'articolo 49 della Costituzione e poi sostenere il modello elettorale tedesco, che prevede una soglia di sbarramento del 5 per cento. Delle due l'una», ha osservato Veltroni, spiegando comunque che l'introduzione di una soglia di sbarramento nella legge elettorale europea «sarà utile al Paese, all'evoluzione del suo sistema politico, e anche alla Sinistra radicale».
REPLICA A GIORDANO - Il leader del Pd ha provato anche a sgombrare il campo dalle polemiche sollevate nei giorni scorsi dall'ex segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano. «Ho letto le ultime dichiarazioni di Giordano che accusa il Pd di aver siglato un accordo su una legge "salva Walter". Ma si dà il caso che proprio Giordano fosse venuto nella mia stanza al Pd, insieme ad altri, a chiedermi di lavorare per l'introduzione della soglia di sbarramento al 4 per cento, dicendomi che loro non potevano dirlo pubblicamente. Poi, ora che c'è stata la scissione in Rifondazione dicono il contrario».
Pd, Economist: "Scuola di scandali"
"Scuola di scandali": con questo titolo, in italiano, l'Economist in edicola domani si occupa della sinistra italiana, scossa dalla questione morale. Per il settimanale britannico i fatti di Napoli impartiscono "una triste lezione, che gli scandali non sono un'esclusiva della destra". "Dalla fine di novembre, politici di centrosinistra sono finiti sotto indagine, o persino arrestati, in sette altre città e regioni", aggiunge il giornale.
Per l'Economist, ''il solo beneficiario degli scandali è Berlusconi, che si è trovato nella nuova posizione di poter parlare in maniera credibile e censoria di una "questione morale" che i suoi avversari devono affrontare. Il loro imbarazzo gli dà più che un vantaggio a breve termine. Berlusconi ha segnalato che la sua principale iniziativa nel 2009 sarà una riforma della giustizia, che secondo i critici ostacolerà i magistrati che lo hanno perseguito per oltre 15 anni. Per far passare questi cambiamenti controversi, Berlusconi deve appropriarsi del ruolo di titolare della moralità. Grazie alla sinistra, forse per la prima volta nella sua lunga e tempestosa carriera politica, ha ora la possibilità di farlo''.
Cittadini giornalisti
25 gen 2009
Campania/Giunta: Bassolino Scrive a Berlusconi Per Crisi Auto
yahoo! Notizie
19 gen 2009
Dopo il rimpasto primo Consiglio nel caos Iervolino: rivedere contratto con Romeo
Sospesa la seduta. Il presidenente del Consiglio comunale Impegno ha deciso di interrompere per 10 minuti il Consiglio quando, al termine della relazione del sindaco (leggi il testo) Rosa Russo Iervolino, il consigliere del Pd Salvatore Guerriero si è alzato in piedi invitando il presidente del Consiglio comunale a far togliere lo striscione esposto dall'inizio della seduta dai consiglieri del centrodestra in cui è scritto «Liberiamo Napoli». «Questo non è lo stadio» ha detto il presidente del Consiglio comunale Leonardo Impegno.
Raggiunto il numero legale. Alla prima verifica del numero legale, chiesta da Vincenzo Moretto per An, il Consiglio comunale ha fatto registrare 34 presenze su 61 consiglieri. Oltre a tutti gli esponenti del centro destra hanno abbandonato l'aula Gaetano Sannino dei Comunisti Italiani, Francesco Moxedano del Pd ed i due consiglieri di Italia dei Valori.
Le tensioni del Pd scaricate sulla mia amministrazione. «A Napoli si è aperta una discussione sul futuro dell'amministrazione comunale, in buona parte sincera e in buona strumentale, perchè si sono scaricate su di essa tensioni che riguardano in realtà altri organi istituzionali, tensioni fra i partiti della maggioranza e tensioni interne al mio stesso partito». Lo ha detto il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino leggendo la sua relazione di apertura del Consiglio comunale. «Il sindaco -ha aggiunto la Iervolino- ha cercato, per quanto ha potuto e saputo, di conciliare al meglio il rispetto di questo dibattito con l'autonomia che la legge gli impone e con la necessità di non far mancare il governo alla città in un momento certamente non facile, non solo per Napoli ma per tutto il Paese».
Sono rimasta per la Napoli onesta. «La Napoli onesta e di sentimenti nobili esiste davvero: consolidiamola e facciamola emergere. Recuperiamo il senso alto e vero della politica, quello che spesso correntemente si autofedinisce politica è tutt'altra cosa ben più noiosa e misera. Non c'è alcuna enfasi nelle mie parole; ci credo davvero. È questo il motivo che mi ha indotto a rimanere superando critiche anche motivate e cattiverie ingiuste, ma facendo quello che credo essere semplicemente il mio dovere: adempiere al mandato popolare cercando di fare ogni giorno meglio e di più».
Il sindaco parla della bufera giudiziaria. Il sindaco torna a parlare della bufera giudiziaria che ha coinvolto il Comune e ribadisce che quanto successo «ha riguardato esclusivamente le persone, non ha coinvolto l'Organo». Ricorda la sua esperienza al Governo, con l'allora presidente del Consiglio, «uno dei migliori», Giuliano Amato. Ricorda Tangentopoli e ministri inquisiti. «Quei ministri sono stati immediatamente sostituiti ed il Governo ha continuato il suo lavoro - ha detto il sindaco - era così allora ed è così adesso perchè, se ci sono stati tentativi personali, certamente gravi di creare condizioni di favore nei riguardi di un concorrente alla futura gara, resta il fatto innegabile che nessuna gara è stata intrapresa dall'Amministrazione». Il primo cittadino aggiunge anche che «in una situazione più calma il problema si sarebbe potuto risolvere rapidamente sostituendo immediatamente gli assessori e non coinvolgendo la città in una vicenda mediatica che anche all'estero, un pò per spettacolarizzazione, un pò per evitarsi la fatica di cercare informazioni precise, un pò perchè tutto ciò che riguarda Napoli viene per pregiudizio enfatizzato, non ha certo giovato alla città».
Il rapporto Comune-Romeo. «Non possiamo dimenticare che siamo in regime contrattuale e che occorre non fare passi falsi per non esporsi ad azioni di risarcimento danni». Così il sindaco in merito ai rapporti del Comune con la società Romeo. «La Giunta -ha spiegato il primo cittadino- ha deciso di compiere una puntuale e accurata rivisitazione del contratto in essere per la manutenzione degli immobili comunali, al fine di verificare ogni eventuale ipotesi migliorativa giuridicamente possibile. Occorre poi realizzare un salto di qualità nei controlli che non dovranno essere più soltanto sporadici e cartacei, ma continui, ispettivi e puntuali».
Quanto alla contrattazione in corso per la riscossione delle contravvenzioni, la Iervolino ha aggiunto che «occorre ricordare che la Romeo è vincitrice della gara, ma al fine di dare un chiaro segnale di discontinuità verranno esaminate tutte le ipotesi possibili: dall'interruzione delle trattative alla ulteriore revisione della bozza di accordo già frutto di lunghi e forti contrasti per tutelare al massimo gli interessi del Comune».
Parleremo con i giornalisti quando avremo qualcosa da dire. «Senza voler soffocare il dibattito sulle idee e sui programmi, la discussione e l'approfondimento politico e culturale, la Giunta parlerà soprattutto quando ha qualcosa di già compiuto da annunciare, aiutando la stampa a trascurare l'inutile gossip politico per dare più spazio alle idee, ai problemi reali e alle realizzazione concrete». Il sindaco ha spiegato che «l'apertura dei 10 Urp (uffici relazione con il pubblico) già pronti» faciliterà il lavoro di comunicazione con i cittadini. Il primo cittadino ha definito ciò come «una panchina rimessa in sesto in un giorno, diventata un pò il simbolo del nuovo rapporto con la stampa».
Bagarre in aula. Già pochi minuti dopo l'inizio, il primo Consiglio comunale del dopo-rimpasto è subito entrato nel vivo: grida e slogan da entrambe le coalizioni hanno animato la seduta. I consiglieri dell'opposizione di Forza Italia e Alleanza Nazionale hanno urlato in aula «Dimissioni!», esponendo cartelli con slogan: «Liberiamo Napoli, siete alla frutta». Altri cori dai banchi della maggioranza che chiamano «buffoni» i colleghi dell'opposizione.
Proteste anche da parte di un consigliere dei Comunisti italiani, Gaetano Sannino che ha esposto la bandiera palestinese interrompendo anche lui il Consiglio. Hanno protestato anche alcuni esponenti dell'Associazione dei consumatori che assistono al Consiglio come pubblico.
Proteste fuori al Maschio Angioino. Associazioni, esponenti del Pdl e cittadini hanno inscenato delle proteste davanti al Maschio Angioino dove si svolgerà il consiglio comunale, nel corso del quale il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino presenterà la nuova giunta. Presso il gazebo del Pdl si raccolgono anche firme in favore delle dimissioni della Iervolino. La mobilitazione è partita ieri con una serie di iniziative per chiedere le dimissioni del sindaco.
La colletta. Una colletta per assicurare la liquidazione al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino: è una delle tante iniziative che oggi cittadini ed esponenti politici stanno mettendo in atto davanti al Maschio Angioino al fine di chiedere le dimissioni del primo cittadino di Napoli. L'idea della colletta è dell'associazione Noiconsumatori.
Il Mattino