4 feb 2009

Sbarramento al 4% è legge.


Martedì sera la Camera ha approvato con 517 voti favorevoli, tre astenuti e 22 contrari la riforma della legge elettorale per le europee. Hanno votato a favore tutti i partiti tranne Mpa e radicali. Ora il provvedimento passa al Senato. Subito dopo il voto, Veltroni a Montecitorio ha incontrato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, e il coordinatore di Forza Italia, Denis Verdini. Dopo aver stretto loro la mano, Veltroni ha detto: «Almeno siamo riusciti a fare una cosa insieme in questa legislatura».
PROTESTE - In precedenza proteste, polemiche e lancio di volantini avevano agitato l'Aula quando Montecitorio aveva approvato l'emendamento che conteneva lo sbarramento del 4% con 487 sì, 29 no e sei astenuti. La seduta della Camera, iniziata nel primo pomeriggio, era stata sospesa poco dopo (e poi ripresa) per la protesta di un gruppo di ex parlamentari che, dalla tribuna loro riservata, hanno lanciato volantini ... gridando «democrazia, democrazia» e «libertà, libertà», contro l’intesa Pd-Pdl sulla riforma elettorale per le europee. Ancora prima della seduta, infatti, il gruppo del Partito democratico di Montecitorio ha votato a favore dell'accordo con la maggioranza proprio sulla soglia di sbarramento al 4% che espone i "piccoli" al pericolo di scomparire anche dall'Europarlamento. Gli ex parlamentari (tra loro Bobo Craxi, Paolo Cento, Mauro Del Bue, Riccardo Nencini, Loredana De Petris e Grazia Francescato) sono arrivati nella tribuna loro riservata all'inizio della seduta, e hanno iniziato a protestare, lanciando volantini che sono piovuti copiosamente letteralmente sulla testa del presidente Gianfranco Fini che ha subito ordinato la loro espulsione. I volantini raffigurano Berlusconi nei panni di Totò con una mazzetta di soldi in mano e la scritta: «Legge Truffa '09. regia di Veltrusconi». A quel punto il presidente della Camera ha sospeso i lavori dell'Assemblea. In mattinata i "piccoli" avevano manifestato anche al Quirinale contro la proposta di modifica della legge elettorale per le europee.
«LA FRAMMENTAZIONE È UN DISVALORE» - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto a chi invocava il suo intervento per fermare l’introduzione dello sbarramento al 4% limitandosi a «osservare», in una lettera trasmessa ai componenti del Comitato per la democrazia, «che l’introduzione di una soglia di sbarramento è presente nella legge elettorale nazionale fin dal 1993 e in leggi elettorali europee di molti Paesi e che un'eccessiva frammentazione della rappresentanza politica può in linea generale costituire un disvalore al pari di una sua eccessiva compressione, che possa sacrificare significative, essenziali espressioni del pluralismo politico».
SÌ DEL PD SENZA D'ALEMA - Ai "piccoli" non piace il sì del Pd all'accordo con la maggioranza. Un via libera non unanime, in realtà quello dell'assemblea del Pd: al voto non ha partecipato Massimo D’Alema, che ha lasciato l'assemblea del gruppo a più di un’ora dalla fine. «Non sono intervenuto e vado via perché ho un impegno», ha detto l'ex ministro interpellato dai cronisti. Hanno votato "no" Arturo Parisi e altri tre deputati «ulivisti» della sua area (Mario Barbi, Antonello La Forgia e Fausto Recchi). E si sono astenuti Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini.
L'«AMAREZZA» DI VELTRONI - Pur soddisfatto per l'esito della votazione, il leader dei democratici non ha nascosto un certo rammarico per le perplessità espresse circa la modifica della legge elettorale da alcuni esponenti del Pd. «Ho provato una certa amarezza nel leggere in questi giorni posizioni e dichiarazioni inaspettate»: così il segretario del Partito democratico ha iniziato il suo intervento - come riferisce chi era presente alla riunione - a chiusura della lunga assemblea del gruppo democratico alla Camera. Il leader dei democratici si riferisce alle interviste di questi giorni di vari esponenti del Pd, come Enrico Letta, Pierluigi Bersani e anche Massimo D'Alema, che hanno espresso le loro perplessità sull'accordo. Poi, una stilettata diretta, ma senza farne il nome, proprio a D'Alema: «Mi chiedo come si fa a sostenere l'articolo 49 della Costituzione e poi sostenere il modello elettorale tedesco, che prevede una soglia di sbarramento del 5 per cento. Delle due l'una», ha osservato Veltroni, spiegando comunque che l'introduzione di una soglia di sbarramento nella legge elettorale europea «sarà utile al Paese, all'evoluzione del suo sistema politico, e anche alla Sinistra radicale».
REPLICA A GIORDANO - Il leader del Pd ha provato anche a sgombrare il campo dalle polemiche sollevate nei giorni scorsi dall'ex segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano. «Ho letto le ultime dichiarazioni di Giordano che accusa il Pd di aver siglato un accordo su una legge "salva Walter". Ma si dà il caso che proprio Giordano fosse venuto nella mia stanza al Pd, insieme ad altri, a chiedermi di lavorare per l'introduzione della soglia di sbarramento al 4 per cento, dicendomi che loro non potevano dirlo pubblicamente. Poi, ora che c'è stata la scissione in Rifondazione dicono il contrario».
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