Giorgia Meloni ha tenuto a chiarire di non essersi vergognata di avere militato nel Pdl, ma di certi esponenti del partito come Nicola Cosentino, Marcello D'Utri, Nicole Minetti o Franco Fiorito. E ha sfidato chi l'ha criticata a uscire allo scoperto. "Alla luce delle recenti polemiche scatenate da alcune mie dichiarazioni, sento di dover approfondire il mio pensiero per non essere fraintesa. No, non mi sono vergognata di stare nel Pdl, insieme a molte brave persone e soprattutto insieme a tanti militanti ed elettori che sognavano un partito di centrodestra serio e rispettabile", ha spiegato in un intervento sul sito di Fratelli d'Italia. "Mentre si', mi sono vergognata di stare nello stesso partito di Franco Fiorito, come di tutti coloro che hanno fatto un uso smodato, personale e spesso illecito dei soldi pubblici", ha aggiunto. "Mi sono vergognata di Nick o 'mericano (Cosentino, ndr). Mi sono vergognata di Dell'Utri, condannato per mafia, e di Sciascia, condannato per corruzione", ha spiegato Meloni, "e poi ancora: di Papa e Milanese, di Razzi e Scilipoti, della Minetti e di tutte le starlette catapultate nelle istituzioni pubbliche italiane, screditando la nostra democrazia". "Sono alcune delle ragioni per cui ho fondato Fratelli d'Italia rimanendo nel centrodestra. Perche' voglio battere la sinistra, ma voglio farlo rappresentando un altro modo di fare politica rispetto al Pdl", ha insistito. "Ora faccio io una domanda: come fanno tutti coloro che mi hanno attaccata in queste ore a non vergognarsi come me di quei compagni di viaggio di cui ho appena accennato una lista sommaria? Me lo spieghino, gentilmente, sono molto curiosa", ha incalzato. "E gia' che ci sono mi spieghino anche perche' dovrebbe essere meglio votare per il Pd piuttosto che per noi. I nostri elettori infatti non meritano una campagna di falsita' tesa a dimostrare che ci sarebbero voti 'utili' (quelli per il PdL) e voti 'inutili' (quelli verso di noi) perche' le persone piu' avvedute sanno che stiamo insieme e sarebbe giusto informare correttamente i cittadini, spiegando che possono al massimo essere giudicati a rischio dispersione i voti dati ai partiti che si sono rifiutati di fare alleanze", ha concluso.