31 mar 2009
Napoli, passa l'incrocio con il rosso il vigile lo multa, lui tenta di strangolarlo
Il Mattino
28 mar 2009
Il prefetto che non sa (!?) ma stra-parla
Camorra a Parma, il prefetto: “Da Saviano solo sparate”.
di Maria Chiara Perri
(Giornalista)
da Repubblica.it del 27 marzo 2009
Il rappresentante del governo attacca lo scrittore che in diretta televisiva parla degli affari dei Casalesi a Parma. La città al centro delle inchieste del magistrato Raffaele Cantone, dove si è registrata la prima condanna in primo grado per associazione di stampo camorristico nel nord Italia. Nei giorni in cui si costituisce l’associazione Libera e il Pd presenta due interrogazioni sulle infiltrazioni mafiose fatte al ministero dell’Interno.
Titoli shock scorrono sul teleschermo. Roberto Saviano con enfasi pacata ne sottolinea la volontà, ancor prima di mistificare, di riflettere e consolidare la mentalità criminale che divora una terra.
Incolla al teleschermo, mercoledì sera, 4 milioni e mezzo di telespettatori.
Parla anche di Parma, per tre volte, per esemplificare come i tentacoli della camorra abbraccino anche le realtà apparentemente più periferiche del nord Italia.
Due giorni dopo un quotidiano locale, Informazione di Parma, pubblica un’intervista al prefetto Paolo Scarpis. Titolo? “Camorra a Parma? Solo ‘sparate’”.
Un’affermazione che il rappresentante del governo non precisa e non ridimensiona, che consola una città dove nel frattempo sta nascendo l’associazione Libera e le due parlamentari del Pd, Albertina Soliani e Carmen Motta, presentano due interrogazioni sulle infiltrazioni mafiose nel nord Italia fatte al ministro dell’Interno.
Saviano ha citato la città ducale per gli interessi, già raccontati anche da un’inchiesta dell’Espresso, di quel Pasquale Zagaria che insieme al fratello Michele le mise occhi e mani addosso nel campo dell’edilizia.
Ha parlato di come la patria di Maria Luigia, oltre a Milano, sia terra in cui le attività dei criminali si intrecciano con quelle di imprenditori e forse anche politici.
Persino durante il sequestro del piccolo Tommaso Onofri, la camorra si è occupata di Parma: i boss lanciarono sulle colonne di un quotidiano partenopeo una sorta di accorato appello ai rapitori: liberatelo e faremo in modo che non vi succeda niente, fategli del male e ve la faremo pagare.
Tutto questo ha raccontato Saviano nel corso delle tre ore in diretta televisiva, che oggi vengono smontate dal rappresentante del governo.
“Sono ‘sparate’ di una persona che sta a 800 chilometri di distanza, che ha visto Parma di passaggio – si legge nell’intervista pubblicata dall’Informazione di Parma – Durante una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica avevo chiesto al procuratore ella Repubblica un resoconto di eventuali posizioni aperte nel parmense sentendo anche la Dda di Bologna e la Dia di Firenze: la risposta è stata “non ci sono indagini di questo tipo”. Il tentativo di allarmismo è quindi del tutto fuori luogo e se qualcuno è così convinto di saperne di più dei professionisti del settore, che si faccia avanti facendo nomi e cognomi”.
C’è una cosa che forse Saviano teme più delle minacce che lo costringono a una vita da recluso. Quella di essere delegittimato. Che le accuse di “scrivere favole” che gli rivolgono tanti conterranei possano attecchire e vanificare l’opera di denuncia che tanto gli è costata.
Ai microfoni di Tv Parma, il prefetto Scarpis precisa che in città ci sono realtà di criminalità organizzata, cioè messa in opera da più di due persone, ma non infiltrazioni di stampo mafioso, che presuppongono il controllo del territorio tramite infiltrazioni negli organi che lo governano: non gli risultano indagini di alcun tipo che riguardino mafia, camorra e n’drangheta.
Eppure, l’assalto della camorra sulla città tramite un patto del cemento tra imprenditori del nord e i casalesi, in cui non mancarono contatti con la politica locale, è stato oggetto anche di una recente conferenza di Raffaele Cantone, magistrato che coordinò le indagini su Pasquale Zagaria e scoperchiò gli interessi di Gomorra sulla città ducale.
Parlò di affari da otto milioni di euro, delle capacità imprenditoriali di Zagaria, di una delle più grosse società immobiliari di Parma confiscata, e della prima condanna per associazione camorristica del centro-nord. Una condanna in primo grado per una immobiliare locale.
E anche di un incontro in un albergo romano con un politico, che poi ammetterà di non sapere chi fosse quell’uomo.
Pochi giorni fa la polizia ha arrestato a Colorno, “Michè lo Svizzero”.
E’ Ciro Dell’Ermo, del clan degli Orefice, residente nel parmense con obbligo di firma.
Lo scorso giugno approfittò di un permesso di cinque giorni per tornare ad Acerra e tentare un’estorsione da 100.000 euro ai danni di un imprenditore edile.
I sindacati emiliani dell’edilizia hanno chiesto di estendere l’obbligo delle certificazioni antimafia a tutte le attività, perché “è noto l’intresse di mafia, camorra e n’drangheta per gli appalti di opere pubbliche e private. La presenza della criminalità organizzata è documentata soprattutto a Parma, Reggio Emilia e Modena”.
E sulla ‘ndrangheta c’è anche l’ultima relazione della Dia in cui si parla delle infiltrazioni dei clan calabresi nel territorio provinciale.
La società civile si sta organizzando per costituire nella città ducale l’associazione di Don Ciotti. Una prima riunione c’è stata e vede in prima fila il pastore metodista Giuseppe La Pietra, già responsabile di Libera in Abruzzo. Diverse le realtà locali coinvolte, tra cui l’Agesci, l’Arco e il coordinamento Libera Emilia Romagna.
In questo contesto “Camorra a Parma? Solo sparate” non sfigurerebbe nella collezione dei titoli di Saviano mandati in onda l’altra sera.
UGUALE PER TUTTI: Il prefetto che non sa (!?) ma stra-parla
22 mar 2009
SCHIANTO IN VIA CINTHIA, MOTOCICLISTA FINISCE SOTTO L’AUTOBUS
21 mar 2009
Mafie, Duomo di Napoli gremito per veglia di 'Libera'
Napoli, 20 mar. (Apcom) - La cattedrale di Napoli era gremita e, in più occasioni, sono partiti applausi in ricordo delle vittime innocenti di mafia e camorra. È durata circa due ore la veglia presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano, e concelebrata con altri sacerdoti tra cui don Luigi Ciotti, 'anima' dell'associazione Libera. "Questa chiesa affollata testimonia che noi non ci arrendiamo - ha detto Sepe dall'altare - e che chi è stato ucciso continua a vivere, siamo qui riuniti per fare memoria e per non dimenticare. Ai colpevoli - ha proseguito il cardinale - dico convertitevi perchè verrà il giorno del giudizio universale". Tra i banchi tante persone comuni, ma anche i parenti di cinquecento vittime innocenti uccise dalla criminalità organizzata. Nomi che sono stati scanditi ad uno ad uno prima dell'inizio della celebrazione. In prima fila il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, il segretario del Pd, Dario Franceschini, il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, il segretario regionale del Partito democratico, Tino Iannuzzi, e altri parlamentari campani. Ma anche rappresentanti del sindacato e numerosi giovani, soprattuto scout che, ai piedi dell'altare, hanno ascoltato seduti a terra e con lunghi striscioni le parole pronunciate durante la veglia. Momenti di commozione, anche, da parte dell'arcivescovo di Napoli quando il padre di don Peppino Diana, il sacerdote trucidato dalla camorra a Casal di Principe 15 anni fa, ha consegnato la stola del figlio al cardinale Sepe. Applausi scroscianti per ricordare un prete che è stato ucciso dalla camorra proprio nella sua parrocchia. "Ti ringrazio - ha detto don Ciotti rivolgendosi al cardinale Sepe - perchè ci siamo sentiti accolti in questa chiesa. C'è sempre tanta, tanta fatica ma anche tanta speranza in ognuno di noi ogni giorno. Ogni volta che guardiamo negli occhi chi ha perso i propri cari è dura, ma dobbiamo 'salire sui tetti ad annunciare parole di vita' così come diceva don Peppino Diana". Ma don Ciotti ha anche avuto parole per Napoli che domani ospiterà la manifestazione nazionale in memoria delle vittime delle mafie promossa proprio da Libera. "Napoli è una città forte e amara, con tanti problemi ma generosa e coraggiosa e non saranno pochi gruppi criminali a metterla in ginocchio. Diamoci da fare tutti insieme. E cerchiamo di ricevere una 'pedata' da qualcuno che è in alto. Forse - ha concluso don Ciotti - San Gennaro ci può essere di aiuto...". E di Napoli ha anche parlato il primo cittadino partenopeo Rosa russo Iervolino che ha auspicato che il lungomare di Napoli, sul quale domani sfileranno migliaia di persone diventi "per sempre un emblema della volontà di questa città ad essere civile. Una città che rifiuti la sopraffazione e che stia dalla parte della giustizia e della legalità. La camorra - ha detto ai giornalisti il sindaco - è frutto di violenza, ma prolifera in un mondo dove miseria e povertà sono purtroppo ampie, se fossimo a Trento o a Trieste la situazione sarebbe molto più facile. Non è che i napoletani sono più malavitosi di altre popolazioni ci sono qui - ha concluso - situazioni più povere e più disperate
APCOM
15 mar 2009
Narcotraffico tra Colombia-Italia: 12 arresti Il capo si nascondeva a Scampia
A finire in manette con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti sono stati 8 colombiani e 4 italiani. Alcuni degli stranieri sono stati arrestati in Spagna con il supporto delle autorità locali. Napoli e Roma erano le basi dello smistamento dell'ingente quantità di cocaina proveniente dalla Colombia. Sequestrati oltre 70 Kg
di cocaina purissima.
Si nascondeva a Scampia nel cuore del quartiere napoletano di Secondigliano, una delle più grandi piazze di spaccio d'Italia, Manrique Sanchez Josè Ismael, colombiano di 34 anni e ritenuto dai carabinieri il capo del sodalizio criminale che importava cocaina dalla Colombia.
In totale sono stati 12 i provvedimenti di custodia cautelare in carcere spiccati, su ordine del gip di Roma, nei confronti di otto cittadini colombiani e quattro italiani, un romano e tre napoletani. Altre due persone, un italiano e un messicano, sono stati sottoposti all'obbligo di firma mentre altre sette risultano indagate a piede libero.
Degli arrestati l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L'operazione denominata «Puma 2007», nome scelto perché sui panetti di droga i narcotrafficanti riproducevano un noto marchio di abbigliamento, è durata circa un anno ed ha portato al sequestro di 70 chili di cocaina purissima. La droga arrivava a Roma e Napoli via Spagna e i trafficanti utilizzavano delle comuni società di spedizioni.
Il Mattino
7 mar 2009
Napoli, aggressione razzista: picchiato studente italo-etiope a piazza del Gesù - Il Mattino
Il padre di Marco è un noto docente universitario. Si tratta di Yakob Beyene, professore in pensione ma legato ancora all'Orientale da un contratto di collaborazione. Beyene insegna Filologia etiopica. La famiglia del giovane vive a Capaccio."
6 mar 2009
Scoperto il viagra naturale: è il gas delle solfatare - Sesso
Sesso/ Scoperto il viagra naturale: è il gas delle solfatare
L'acido solfidrico (H2S), un gas comune nei dintorni delle solfatare e prodotto anche dall'organismo umano, sarebbe in grado di aiutare gli uomini con problemi di erezione. La scoperta effettuata tutta in Italia potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci contro l'impotenza. Merito della scoperta un gruppo di ricercatori dell'Universita' Federico II di Napoli guidati da Giuseppe Cirino, preside della facoltà di farmacia e da Vincenzo Mirone direttore della clinica urologica dell'ateneo napoletano che è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of the Sciences (PNAS).
L'acido solfidrico (H2S) e' stato per molto tempo considerato come un gas tossico o come un agente inquinante presente nell'atmosfera. Solo di recente, invece sono state descritte le proprietà farmacologiche di questa molecola che puòessere considerata il terzo mediatore gassoso fino ad ora individuato. "Al momento - ha spiegato Cirino - esistono evidenze sperimentali che dimostrano che l' H2S è coinvolto come mediatore nel sistema cardiovascolare ed anche nell'infiammazione.
La vasodilatazione indotta dall'H2S e' mediata da un meccanismo che coinvolge sia la muscolatura liscia che l'endotelio vascolare, ed in particolare l'enzima CSE". La scoperta riportata su PNAS dimostra che il gas idrogeno solforato e' coinvolto come mediatore nei meccanismi alla base dell'erezione del pene nell'uomo. I ricercatori hanno provato questa molecola sia su tessuti umani che su cavie animali (ratti) riuscendo ad ottenere risultati interessanti. "Quando abbiamo somministrato attraverso una iniezione il gas nei tessuti cavernosi dei peni delle cavie abbiamo ottenuto una erezione, mentre nei campioni di tessuto umano in provetta abbiamo avuto una vasodilatazione del tutto identica a quella che avviene quando e' in corso una erezione", ha spiegato Cirino
Napoliaffari
3 mar 2009
Proiezione del film "Il sogno nel casello"
La proiezione avverrà il giorno
Mercoledì 11 Marzo alle ore 10.00 presso il Cinema Filangeri di Napoli
A seguire si svolgerà la conferenza stampa alla quale interverranno gli attori Pietro Pignatelli e Clotilde Sabotino ed il regista Bruno De Paola
'Il sogno nel casello ' è una piccola commedia di quartiere nella classica tradizione Napoletana
E' ambientata in un condominio, dove i caratteri degli inquilini sono ben definiti nel loro essere simpatici e scherzosi
E' una commedia umoristica dal sapore goliardico che evita le volgarità e dove il gioco degli equivoci è il filo conduttore di tutto il film.
Un cast tutto partenopeo, con alcuni attori noti al pubblico televisivo grazie alla partecipazione nella fortunata serie 'Un posto al sole'.
Scritto e diretto dal regista, Bruno di Paola."
Napoli | CINEMA | Proiezione del film "Il sogno nel casello":
1 mar 2009
Napoli, assalto al pulmino dell'Air One Rapinati piloti, hostess e steward
Napoli, assalto al pulmino dell'Air One
Rapinati piloti, hostess e steward
L'equipaggio era diretto a Capodichino. Sono partiti comunque per Malpensa, anche se in ritardo
NAPOLI - Una rapina in stile Far West, con assalto al pulmino che portava in aeroporto un equipaggio della compagnia aerea Air One. E' accaduto questa mattina a Napoli: una banda di rapinatori armati e mascherati ha bloccato il mezzo a bordo del quale viaggiavano sei dipendenti della compagnia, che dal centro della città dovevano raggiungere l'aeroporto di Capodichino. Il «fuori programma» ha anche fatto slittare di circa 40 minuti la partenza del volo per Malpensa, a bordo del quale lo staff Air One doveva lavorare.
OROLOGI E BRACCIALI - I rapinatori erano in quattro, con il volto coperto da caschi e sciarpe. L'assalto poco dopo le 6 del mattino, in piazza di Vittorio. Uno dei rapinatori era anche armato di pistola. Orologi, anche Cartier, il bottino: i rapinatori hanno portato via ad un membro dello staff un orologio Cartier del valore di 4mila euro, ad un altro un bracciale ed un orologio Cartier, assicurati, del valore complessivo di 12mila euro. Non è la prima volta che equipaggi di compagnie aeree, a Napoli, vengono rapinati durante il tragitto che li conduce allo scalo partenopeo. Lo staff dell'Air One, pur di non creare disagi, ha deciso, comunque, di partire, in servizio, per Milano.
01 marzo 2009
Corriere della Sera